Il leader Udeur Mastella avverte «Serve dialogo con Cdl e sindacati»
Dopo una settimana di lavori all'interno delle terme di Telese, si è conclusa ieri la festa del Campanile. Il padrone di casa, Clemente Mastella nel suo discorso di chiusura non ha perso l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, chiarire ancora la sua posizione e lanciare qualche proposta. Tanti i temi tattati ma uno su tutti, quello che, in questi giorni, sta riscaldando i banchi sia della maggioranza che dell'opposizione, e cioè le pensioni, che secondo il leader dell'Udeur, vanno affrontate fuori dalla Finanziaria. «Questo perché il tema pensioni - ha detto Mastella - è un nodo concertativo che crea grandi problemi e grande apprensione al Paese e forse, discuterne con serenità arrivando anche a primavera, non sarebbe male». Il ministro della Giustizia, quindi, lancia un chiaro invito alla maggioranza a tenere separati l'argomento finanziaria e quello previdenziale e, seppur convinto che «Prodi riuscirà a tenere in piedi la coalizione, anche se ci sono opinioni distinte», il Guardasigilli sull'argomento pensioni ritiene utile «discuterne in modo concertativo con i sindacati e le parti sociali. Forse - ha aggiunto - sarebbe meglio mettere fuori dalla Finanziaria il problema previdenziale». Quanto alla proposta del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, di avere tra i requisiti per poter andare in pensione 58 anni di età e 35 anni di contributi, Mastella ha detto: «Non sono alieno a questa proposta ma sarebbe più sobrio discuterne al di fuori del contesto della Finanziaria». Il ragionamento sulle pensioni fatto da Mastella nel comizio di chiusura è semplice: «Un governo che ha tratto la propria forza di consenso dai sindacati non può mettersi in contrasto con i sindacati. Sarebbe un paradosso non che ci fosse uno sciopero generale, ma che ci fosse uno sciopero generale contro un governo di centrosinistra». La conseguenza è altrettanto semplice: «È meglio mettere fuori dalla Finanziaria il problema previdenziale, che è un nodo concertativo. Sarebbe più sobrio e corretto discuterne al di fuori di questo contesto, parlarne con serenità insieme ai sindacati, arrivando anche a primavera. Un governo di centrosinistra non può far finta che i sindacati non esistano». E una stagione di dialogo deve essere aperta anche con la CdL, perlomeno «per motivi di opportunità, visto che con essa ci si deve confrontare in Parlamento sulla missione in Libano e sulla Finanziaria». E mentre il presidente del Consiglio, Romano Prodi, da Cernobbio si affrettava a rispondere che «la Finanziaria non può togliere alcun capitolo che abbia un'influenza forte sui conti pubblici futuri», e a chiarire che «Mastella intendeva dire che non possiamo fare una rivoluzione totale sulla previdenza; è evidente però che certe decisioni importanti si possono prendere solo dopo amplissima discussione», in serata, a menti fredde e a battenti chiusi, il leader Udeur chiarisce le sue affermazioni: «Sul tema delle pensioni ho avanzato solo un'ipotesi, ho dato un suggerimento per evitare difficoltà al governo e affrontare i prossimi mesi in un clima dove possibilmente il dialogo e il confronto prevalgano sullo scontro. La decisione comunque rientra nelle responsabilità del presidente del Consiglio ed io la rispetterò, anche se ritengo pericoloso inserire le pensioni nella Finanziaria». In ogni caso e per chiarire ogni dubbio, Mastella, nel suo dicorso di chiusura, assegna all'Udeur un ruolo ben preciso, di fronte a quanti nel centrosinistra minacciano «un volume di fuoco nei confronti dell'opposizione»: «Siamo una forza di confine e di equilibrio. Siamo una forza di interposizione come quella mandata in Libano che non spara a quelli che stanno dall'altro lato. Ho rispetto per tutti, e cerco sempre il dialogo con l'opposizione».