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«Il Paese è cambiato Ora cambiamo anche le vacanze»

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Il ministro dei Beni Culturali si è «accorto» che l'Italia è cambiata, che non è più il Belpaese dei mandolini e della pizza con la «pummarola 'n coppa» che andava in vacanza in Seicento per arrancare faticosamente lungo stretti tornanti di montagna oppure approfittare del fresco di una pinetina vicino al mare per apparecchiare un tavolo guarnito con pasta al sugo e salsiccie. Il Paese è cambiato e, quindi, è venuto il tempo di cambiare anche le vacanze degli italiani. Questo significa, naturalmente, che anche le scuole, le fabbriche, gli uffici vengano «pensati», anzi ripensati, nei loro orari in base ad una nuova articolazione delle ferie e del tempo libero. Il vicepresidente del Consiglio ha scelto la prestigiosa occasione del meeting di Cernobbio dello Studio Ambrosetti per lanciare dai margini di un lago una proposta a suo modo rivoluzionaria. «È tempo che gli italiani riflettano su come organizzare le loro vacanze nei dodici mesi dell'anno. Io pongo solo una semplice domanda: è giusto avere tre mesi di vacanze continuate nelle scuole così come avviene ora? Ecco un grande discorso da aprire con tutti, dai sindacati agli operatori turistici, dalle regioni agli enti locali, una riflessione che riguarda davvero tutti gli italiani». Secondo Rutelli (ma insieme con lui o forse prima di lui se ne sono resi conto anche 59 milioni di suoi connazionali) le vacanze non sono più nel 2006 quelle che erano negli anni Sessanta. È cambiato lo stile di vita, sono cambiate le condizioni, «quello che un tempo era possibile a pochi, cioè la vacanza all'estero, oggi è possibile a molti». Perchè, dunque, non aprire una riflessione su questo tema ascoltando «ovviamente» le opinioni di tutti per cercare di articolare meglio orari e tempo libero? «Ho portato la proposta al Consiglio dei Ministri - ha detto ancora Rutelli - ne ho già parlato sia con Prodi, sia con il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni per aprire un confronto su una possibile nuova articolazione dell'anno scolastico». In altri paesi dell'Unione Europea, dalla Germania all'Austria, dalla Francia all'Olanda, una riflessione su questo tema è già stata avviata da tempo. «Sono convinto che avrebbe ricadute positive su un'importante industria nazionale come è quella del turismo - ha aggiunto il vicepremier - Negli anni '60 era predominante il lavoro fisso così come le vacanze interne. Oggi lo stile di vita non è più quello. Non vedo perchè non si possa aprire un discorso per invitare gli italiani a riflettere su come organizzare le loro vacanze nell'arco dei dodici mesi». Un discorso, quello di Rutelli, che se da un lato a Cernobbio ha trovato consensi, dall'altro ha già incontrato critiche. Soprattutto dal centrodestra. Critiche alle quali il leader della Margherita ha replicato con decisione. Non è vero che la proposta di rivedere le vacanze degli italiani è una violazione delle libertà individuali, ha detto, «anzi, semmai è vero proprio il contrario, e cioè che pensare a un modo diverso di andare in vacanza significa proprio aumentare la libertà. Coloro che dicono che la mia proposta va contro la libertà individuale credo che non abbiano capito. La mia proposta intende semmai allargare la libertà individuale cercando di pensare tutti insieme ad una nuova articolazione delle vacanze che permetta, appunto, di gestire meglio il proprio tempo. Mi sembra, e lo ribadisco - ha concluso il ministro dei Beni Culturali - che l'attuale modo di andare in vacanza sia vecchio di quaranta anni».

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