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Il ministro Luigi Nicolais ha già pronto il testo Ci sarà più efficienza ma nessun licenziamento

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Nel suo articolo il giuslavorista proponeva una ricetta semplice ed estremamente drastica: tagliare la quota «rilevante» di nullafacenti presenti nell'amministrazione pubblica. Una ricetta che è piaciuta a parte della maggioranza, ma non ai sindacati e ha costretto il ministro per le Riforme e l'Innovazione nella Pubblica amministrazione a scendere in campo per spiegare quale sarà il contenuto della normativa sulle pubbliche amministrazioni che dovrebbe essere presentata il prossimo 8 settembre. Già perché, incurante della «maledizione» per cui il governo che tocca gli statali «muore», l'esecutivo guidato da Romano Prodi ha tutte le intenzioni di mettere mano al settore. Un settore che, secondo i dati 2004 della Ragioneria dello Stato, può contare su un esercito di 3,3 milioni tra insegnanti, magistrati, prefetti, diplomatici e chi più ne ha più ne metta. La maggior parte del personale (1.129.474) lavora nel comparto scuola, seguono il servizio sanitario nazionale (687.176), le Regioni e le autonomie locali (597.199), i Corpi di Polizia (324.734). Insomma un bacino elettorale non indifferente che, come tale, da anni è il regno del «vorrei ma non posso». Proprio per questo il problema principale del governo, oggi, non è se intervenire ma, semmai, come intervenire. A sentire Nicolais non ci saranno interventi drastici ma una vera e propria «svolta epocale». Secondo il ministro, infatti, «il licenziamento non è la strada migliore per rendere più efficiente la pubblica amministrazione». Per questo «è preferibile migliorare i sistemi di valutazione, dando la parola ai cittadini, che sono i fruitori dei servizi». «Nel disegno di legge che sto mettendo a punto - ha spiegato martedì sera alla festa dell'Unità di Genova - è prevista proprio la possibilità per gli utenti di valutare l'efficienza e l'efficacia del lavoro della pubblica amministrazione». Nicolais non nega che, «come in tutte le amministrazioni», anche tra i dipendenti pubblici «esistono elementi di debolezza». Elementi che, però, «non devono far dimenticare i punti di eccellenza». «La tecnologia - ha aggiunto - da sola non basta, servono le persone, la loro motivazione e il loro impegno». Insomma il governo si appresta a varare norme che puntino anzitutto a migliorare la qualità del servizio nel tentativo di evitare il ricorso all'arma del licenziamento. Secondo Nicolais, infatti, «nel pubblico impiego, che comprende comparti molto diversi, abbiamo il problema della mancanza di cultura della valutazione che colpisce molto meno il privato». Per questo bisogna prevedere efficaci strumenti di valutazione e, solo dopo aver individuato le sacche di inefficienza intervenire, anche licenziando. Un'altra possibilità, inoltre, potrebbe essere quella di prevedere uno stipendio variabile che sia legato ai risultati e premi i più bravi con un aumento della retribuzione anche «del 20% del trattamento accessorio in busta paga» (Nicolais). Una cosa però è certa: occorre intervenire il prima possibile anche perché c'è da risolvere il nodo dei conti. Anche per questo, nella Finanziaria illustrata dal ministro Padoa Schioppa i tagli (o le «riforme strutturali» come qualcuno ama definirle) sembrano colpire soprattutto la spesa in settori pubblici come la scuola e la sanità. In attesa di sapere cosa accadrà nelle prossime settimane i sindacati sono già sul piede di guerra e si preparano ad uno scontro che sembra ormai inevitabile. Chissà se, alla fine, anche il governo Prodi resterà vittima della «maledizione degli statali».

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