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Rifondazione si schiera con i confederali

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Il segretario Giordano: «Non possiamo accettare tagli alla sanità e alla previdenza»

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Dalla festa dell'Udeur a Telese il vicepresidente del Consiglio, ha aperto al dialogo in Parlamento e con le forze sociali su un possibile «restyling» della Finanziaria, ma ha chiuso decisamente la porta in faccia a chi chiede un'ulteriore riduzione dell'entità della manovra. Trenta sono i miliardi necessari e trenta devono restare. Parole che non sono piaciute all'ala radicale dell'Unione che continua a promettere battaglia. Così l'incontro dei capigruppo della coalizione convocato per lunedì mattina alle 10 si preannuncia particolarmente caldo. Intanto ieri Rifondazione Comunista ha anticipato i «cugini» del Pdci e, nella battaglia per chi raccoglie più consensi a sinistra, si è schierata apertamente al fianco dei sindacati. Franco Giordano non ha usato mezzi termini e ha chiarito di aver scelto già da che parte stare: «Noi non possiamo in alcun modo rischiare una politica di tagli, tanto meno su capitoli decisivi come quelli della sanità e delle pensioni». A suscitare un nuovo vespaio anche il nodo pensioni, con la levata di scudi contro l'ipotesi di disincentivi per chi lascia il lavoro prima. Un altolà a «una manovra di sacrifici» è arrivato anche dal ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio secondo cui, a pagare per primi, dovrebbero essere gli «speculatori, non chi è in difficoltà». Per il Pdci ha parlato il capogruppo a Palazzo Madama Manuela Palermi che ha promesso battaglia definendo sbagliata «la filosofia» della Finanziaria. E sono stati in molti a tirare in ballo il programma dell'Unione. Gloria Buffo, della sinistra Ds, ha ricordato che «la gente ci ha votato sullo slogan che diceva no alla politica dei due tempi. Epifani e gli altri sindacati hanno ragione non una ma due volte». Così è toccato a Piero Fassino difendere le «scelte coraggiose» del governo sulla legge Finanziaria. Il leader dei Ds ha promesso che il suo partito non sarà «secondo a nessuno» nell'impegno a ridare slancio all'Italia. Mentre la vicepresidente del gruppo dell'Ulivo a Montecitorio, la diessina Marina Sereni, ha invitato le parti sociali a contribuire «con senso di responsabilità all'apertura di una nuova fase della vita del paese». Adesso però la palla passa nelle mani del premier Prodi e del ministro Padoa Schioppa che probabilmente, dopo la capigruppo di lunedì, già entro la fine della prossima settimana, incontreranno le parti sociali. L'autunno «caldo» del Professore è solo all'inizio.

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