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Publio Fiori al convegno di Telese: «La prossima settimana riunione per la Federazione dei partiti di fede» Arriveremo a «rifondare» la Democrazia Cristiana

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Una riunione «trasversale» alla politica, moderata da Rula Jebreal. Qual è l'idea che sottende il convegno "Partito di cattolici o cattolici nei partiti"? «Si va oltre il movimento cattolico, facilmente superato visto che - a partire dal Concilio Vaticano II - fu stabilita la libertà di azione politica da parte dei Cattolici. Ciò non significa che il ruolo della Chiesa potesse essere depotenziato, negli ultimi decenni». Cosa dovrebbe accadere? «Che i cattolici militando in partiti diversi debbano cercare di rinunciare alla propria identità trascurando valori di riferimento». A cosa siamo di fronte? «A un anomalo e ben truccato bipolarismo che mette insieme i partiti con forti contrasti e forti assonanze. Un trucco, che serve per creare delle coalizioni di potere ma che non rispecchia l'esigenza di avere due schieramenti caratterizzati su qualità storiche e politiche: da una parte e dall'altra cattolici e socialisti». Uno scontro tra cattolici e laici? «Non è una vera e propria proposta tra cattolici e laici ma, piuttosto, una scomposizione dell'attuale scenario. Nel futuro partito cattolico, infatti, dovrebbero essere anche i liberali... Al fine di fondare due schieramenti che siano giustificati da una matrice culturale politica e comune». Cosa verrebbe a crearsi? «Un sano e serio bipolarismo, per riaccorpare i cattolici in un processo di divisione che si è venuto a creare dopo la fine della Dc, con tutti i partiti che intendono ricrearsi». Di quali si tratta? «Tutti quei partiti che dalla Dc discendono: Udc, Udeur e Dc. Tutto questo di fatto ha impedito la formazione di un partito che potesse rifarsi alla tradizione democristiana contribuendo al bipolarismo. Ognuno rimanga quello che è, ma costituiamo la Federazione Italiana del Ppe, per una politica di valori comuni, secondo la tradizione cattolica». E le origini dell'Europa? «Quando faccio riferimento al Ppe faccio riferimento alla tradizione e alla storia delle radici europee. E non è un richiamo religioso ma piuttosto c'è un richiamo di valori e diritti, che rimandano alla dignità della persona. Sono dei valori fondanti sui quali è stata costruita l'Italia intera. Un'operazione parallela che riaggrega insieme le forze politiche nella tradizione della Dc». E la missione in Libano? «Della vicenda e del comportamento tenuto dal ministro degli Esteri sono rimasto molto perplesso: mi ricorda tanto i paesi della Crimea in cui gli uomini per farsi applaudire si cercavano di dare una mossa». Il partito unico della CdL? «Credo che il partito unico sia alle porte, non credo che la Casa delle Libertà possa continuare a rimanere divisa ma, piuttosto, deve nascere da coloro che entrano con tradizioni e storie diverse. È un'operazione di potere». E la leadership? «Per il partito unico l'unica soluzione è quella di Berlusconi visto che il Paese ha bisogno di una guida diversa da quella della tradizione cattolica». Con i Pacs come la mettiamo? «Siamo contrari, visto che la famiglia è fondata sul matrimonio. La prossima settimana inoltre costituiremo la federazione con tutti coloro che interndono partecipare sia sulle grandi questioni sociali, che a quello dell'occupazione».

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