Gentiloni: «È una legge indispensabile»
Ancora prima di arrivare a Telese per partecipare ad una tavola rotonda dedicata al duopolio Tv all'interno della festa dell'Udeur, il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, annuncia il suo prossimo passo: quello di portare in Consiglio dei Ministri, entro settembre, un provvedimento per la modifica della legge 112 sulla riforma tv. Un testo che correggerà anzitutto il Sic, interverrà sulla «strana privatizzazione della Rai, che non è mai cominciata», definirà le frequenze che ogni operatore potrà occupare e fisserà la data per la scomparsa dell'analogico (presumibilmente il 30 novembre del 2012 in linea con gli altri Paesi europei). «La rottura del duopolio congiunto - ha spiegato Gentiloni - non deve far paura né alla Rai né a Mediaset. Superata una fase iniziale, le due aziende hanno gli assetti e le potenzialità per continuare ad occupare spazi significativi di mercato». Gentiloni, nel suo intervento, ha ribadito più volte come la necessità di una nuova legge nasca dal bisogno di correggere «ciò che è già sepolto», sottolineando anche che «ci vogliono elementi antitrust nella pubblicità» e che la legge «deve favorire l'intervento e l'accesso al digitale». Ma, nei pensieri del ministro, non c'è solo la Gasparri. Nel pomeriggio di ieri, infatti, alla festa dell'Udeur c'era quasi un unico pensiero che aleggiava nell'aria: quello della legge sul conflitto d'interessi. E Gentiloni non ha evitato l'argomento. «Sarà una legge giusta - ha detto -, non sbilanciata o persecutoria. I patti con gli elettori vanno rispettati e, nel programma dell'Unione, se c'era una cosa chiara, era la necessità di una nuova legge sul conflitto di interessi». Parole pronunciata davanti all'altro relatore della tavola rotonda: il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che, proprio in merito alla legge sul conflitto di interessi, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un suo timore su una possibile «volontà punitiva», ha risposto sottolineando come, secondo lui, il vero bersaglio di questa legge sia Berlusconi. «Io sono il presidente di Mediaset - ha detto -. È Berlusconi che è interessato al conflitto d'interessi. Mediaset è un oggetto non il soggetto. Quello che temo sì - ha aggiunto - è una volontà punitiva, ma per una legge riguardante la tv di quello che si è parlato finora. E direi che le parole non fanno mai male. Speriamo poi che i fatti siano molto più ragionevoli». Il presidente di Mediaset ha poi lanciato un messaggio al Governo: «Sono preoccupato per quello che si è detto, però poi se penso alle persone che hanno in mano e gestiscono il Governo mi sembra che siano persone ragionevoli che non vorranno andare contro un'azienda che crea benessere e occupazione, elemento che è importante nel panorama dell'informazione di questo Paese. Si deve essere ottimisti. Non credo che la follia imperversi, come ho visto anche dai primi atti di governo che sono ragionevoli». In chiusura del suo intervento, poi, il presidente Confalonieri, tornando al tema del duopolio Tv, ha detto che «oggi la concorrenza c'è, eccome. Il duopolio è stato più che superato». Interpellato poi su un a possibile fusione tra Telecom e il gruppo di Rupert Murdoch il numero uno di Mediaset non si è lasciato sfuggire l'occasione per una piccola battuta polemica. «Oggi - ha affermato - è diventato che grande è bello per tutti, come dimostra la fusione tra Intesa e San Paolo-Imi. Tranne che per Berlusconi».