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di NICOLA IMBERTI «CERTE volte mi sembra che qualcuno non abbia letto il Dpef».

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Per il presidente della commissione Bilancio del Senato infatti, «nonostante qualcuno lo pensi, il Dpef non è un documento inutile, ma fissa i cardini fondamentali della politica economica del governo». Scusi, ma cosa c'entra il Dpef con l'opportunità o meno di spalmare la manovra? «Credo che la vera discussione, anche se questa polemica mi sembra più vicina alla propaganda che alla discussione politica, non sia questa». Qual è? «Penso che occorra porsi un'altra domanda: quelle contenute nella Finanziaria saranno riforme strutturali o tagli?» Cosa saranno? «Leggendo il Dpef mi sono fatto l'idea, e resto di questo parere, che saranno scelte di carattere strutturale». Quindi? «Se è così la Ue non dirà nulla. Che poi siano concentrate tutte nel primo anno o nell'arco di due, francamente, mi sembra meno rilevante». Quindi lei è d'accordo con il commissario Almunia che ha chiesto rigore e riforme? «Diciamo che il suggerimento è giusto. È il pulpito che non è perfetto, visto che Almunia non ha detto niente sull'ultima Finanziaria della Cdl». Da quello che emerge in questi giorni, però, ci saranno anche tagli. «Su questo punto c'è un equivoco. Negli ultimi sei anni, infatti, abbiamo avuto una tendenza negativa per cui la spesa corrente primaria è cresciuta molto di più del Pil. Per questo il Dpef, in accordo con quello che ci ha chiesto la Ue, fissa un obiettivo». Quale? «Dice che la spesa corrente può crescere, a patto che cresca meno del Pil». Ma per far questo servono dei tagli. «Non tagli, ma riforme strutturali. La Finanziaria dovrà avere due obiettivi: sostenere la crescita, i cui segnali positivi cominciano a vedersi in questo inizio 2006, e intervenire sulla spesa in alcuni settori. Cioè dovrà fare in modo che, spendendo meglio, si spenda anche meno. Meno rispetto a cosa? Rispetto alla crescita del Pil». Qualcuno però, come il ministro Ferrero, non ha condiviso il Dpef. «Ma non c'è solo il Dpef. C'è stata anche una risoluzione parlamentare in cui l'esigenza di riforma in quei settori è stata affermata con nettezza. La maggioranza, insomma, deve solo rispettare gli obiettivi che si è data. Ce la farà? Io penso di sì». Scusi, ma se è già tutto scritto, perché litigate? «Perché ci sono alcune novità che hanno rilanciato la discussione. Anzitutto un migliore andamento sul lato delle entrate, poi una crescita del Pil un po' più soddisfacente di quanto si prevedeva».

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