Sì a tassa di successione e conflitto d'interessi
Il presidente del Consiglio Romano Prodi conferma che la prossima Finanziaria sarà da 30 e non da 35 miliardi e tranquillizza il Paese. «La cifra di 35 miliardi - dice Prodi - non era un numero al lotto, ma una cifra necessaria. Abbiamo avuto 5 miliardi in più e quindi siamo potuti scendere da 35 a 30 miliardi. Mi sembra una cosa di onestà e buonsenso». «Noi non abbiamo alcun desiderio di far piangere il Paese, ma dobbiamo fare una correzione dei conti che il precedente governo aveva turbato. Insomma, dobbiamo essere un pò contenti di avere una manovra da 30 miliardi invece che da 35», afferma ancora il premier. Prodi, inoltre, conferma la sua intenzione di tagliare il cuneo fiscale di cinque punti percentuali. Il taglio, annunciato in campagna elettorale, sarà inserito nella prossima Finanziaria. Il presidente del Consiglio conferma così il taglio del cuneo fiscale sottolineando che «la mia prima idea era una proporzione di 2/3 e 1/3» per i benefici di imprese e lavoratori, «ma può darsi che questa proporzione vari, ci stiamo lavorando». Secondo quanto affermato da Prodi, i benefici del taglio del cuneo fiscale saranno ripartiti tra imprese e lavoratori «in base ai contributi che essi pagano». Tale ripartizione, spiega quindi il premier, non dovrebbe discostarsi di molto da quella che lui in passato ha proposto, e cioè due terzi ai lavoratori e un terzo alle imprese. Tornando sul tema della Finanziaria, Prodi afferma che essa «deve essere anche di sviluppo, non solo di razionalizzazione». Il premier, nel corso dell'ottava festa dell'Udeur a Telese, annuncia quindi l'intenzione del governo di proseguire «con quanto iniziato con il dl Bersani». Confermando che «sarà una Finanziaria un po' meno pesante», riguardo alla «spalmatura» della manovra in due anni - nel biennio 207-2008 cioè - Prodi osserva: «Non è un problema nostro. Abbiamo avuto un'affermazione drastica da Almunia e siamo impegnati dall'Europa a mantenere l'obbiettivo prefissato». Sul ripristino della tassa di successione, Prodi fa spallucce: «Il problema non è stato esaminato ma ci si atterrà al programma. Si sta discutendo, perché demonizzare qualcosa che esiste in quasi tutti i paesi del mondo?». Sulla questione delle nomine Rai, il presidente del Consiglio se la cava con una battuta: «È una partita difficile da giocare, è più complicata della crisi libanese». Sull'indulto, Prodi dice che «non era giusto estenderlo anche ai reati finanziari, però ci voleva una maggioranza parlamentare di due terzi». Sul conflitto d'interessi: «La legge va fatta al più presto possibile e in modo sereno. Sarà un provvedimento non contro Berlusconi ma per la democrazione. È una legge che hanno tutti i Paesi mdoerni decenti».