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Padoa Schioppa conferma: «Tutto in un anno» E «gela» la sinistra

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Un tormentone che il ministro del'Economia Tommaso Padoa Schioppa ieri ha voluto bloccare sul nascere. In una serie di incontri che ha avuto insieme a Prodi con i ministri economici, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta e successivamente con il responsabile della Funzione pubblica Nicolais, ha detto chiaro e tondo che la manovra economica va fatta in un anno. «È vero che c'è stato un surplus di entrate fiscali rispetto alle previsioni ma questo non ci consente di abbassare la guardia del rigore. C'è sempre il problema del debito pubblico che è il grande macigno dei conti». È con queste parole che Padoa Schioppa ha aperto la discussione sulle linee guida della Finanziaria. Un incontro che è servito a fare un giro d'orizzonte sulle ipotesi allo studio in vista del consiglio dei ministri di giovedì che dovrebbe entrare nel dettaglio. In serata Prodi ha riunito a cena di nuovo i ministri di spesa e i vicepremier. Al momento le ipotesi sul tappeto sono di un pacchetto di incentivi per favorire il pensionamento anticipato, un bonus di 2.500 euro per le famiglie a basso reddito con minori e un sistema di deduzione dell'affitto per giovani coppie. Poi la riduzione del cuneo fiscale. Tra le misure allo studio ci sarebbe anche la minimum tax per i lavoratori autonomi come alternativa all'inasprimento degli studi di settore. Intanto l'eco delle richieste di diluire la Finanziaria in due anni e quindi di rinviare il rientro del deficit, è arrivato a Bruxelles. Tant'è che il portavoce del commissario europeo agli Affari economici Joaquin Almunia ha lanciato subito l'altolà: «A questo punto parlare di un'estensione del rientro del deficit è incomprensibile perchè l'evoluzione del'economia sta migliorando» ha detto aggiungendo che Bruxelles «si attende misure concrete dalla Finanziaria 2007 che deve tradurre in misure concrete le previsioni del Dpef». Il portavoce ha poi sottolineato che «l'aumento delle entrate è una ragione in più per rispettare la scadenza». Ma nel governo la corrente della linea morbida non indietreggia. Il ministro Clemente Mastella consiglia a Prodi di «andare a Bruxelles e trattare il rientro dell'Italia nei parametri di Maastricht portando un po' di filosofia mediterranea nel senso di tener conto dell'anno solare e un po' meno di quello finanziario». Per quanto riguarda poi l'iter della manovra di bilancio, Mastella ha sottolineato che «va concordata prima, per evitare mugugni parlamentari nella maggioranza». La posizione di Mastella è stata subito cavalcata da Rifondazione. Per Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Rifondazione, è necessario ricontrattare con Bruxelles il rientro del debito per sostenere lo sviluppo economico.

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