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Botta e risposta fra il ministro Ds e il capo dei senatori di FI alla festa del'Udeur iniziata ieri

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Chiti: «Cambiare la legge elettorale». Schifani: «Non se ne parla»

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«Possiamo reggere per 5 anni, l'importante - avverte il ministro della Giustizia - è che non ci sia un accanimento rispetto alla volontà del Parlamento». Insomma, meno ricorso alla fiducia. «Dobbiamo consegnarci alla volontà parlamentare. Per carità, a volte si può forzare la mano e chiedere la fiducia, ma su provvedimenti che non sono così dirimenti da rischiare di fare esplodere la coalizione, ricevere il sostegno da settori della Cdl è più che plausibile». Accettare voti della Cdl su alcuni provvedimenti, senza drammi, dice Mastella. Ma certo questa è cosa ben diversa da un cambio di coalizione sul quale il Guardasigilli è netto: «L'alternativa a questo governo non è un altro governo, ma le elezioni». A Telese c'è stato anche un botta e risposta tra il ministro diessino Vannino Chiti e il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani. Oggetto del confronto: la legge elettorale. Per Chiti va cambiata in tempi brevi mentre per l'esponente azzurro «va modificata solo a fine legislatura». «La legge elettorale attuale non serve all'Italia e per questo va cambiata anche confrontandoci con l'opposizione - osserva Chiti - è una legge che va rivista, perchè tra 5 anni non possiamo tornare a votare con questo sistema che è pessimo. Personalmente - aggiunge - gradirei un sistema elettorale maggioritario a doppio turno, però la legge elettorale non la fa una sola persona o una sola maggioranza: dai colloqui avuti in Parlamento su questi temi devo dire, però, che la maggior parte dei gruppi si orienta verso un modello elettorale di tipo tedesco, cioè un proporzionale con lo sbarramento». Per Chiti è dunque possibile trovare una convergenza con l'opposizione su un modello elettorale alla tedesca, ovvero un proporzionale con sbarramento. Tuttavia, sui tempi di realizzazione della modifica della legge elettorale, Schifani ribatte che non se ne parla prima della fine della legislatura. «Le leggi elettorali si cambiano a fine legislatura e non certo all'inizio. Se Prodi e questa maggioranza vogliono cambiare la legge elettorale devo ritenere che considerano già finita, prima di iniziare, questa legislatura. Del resto - aggiunge l'esponente di Forza Italia - si sa che questo è un governo debole che durerà poco. Detto questo, anche sulla legge elettorale siamo disponibili a discutere ma partendo dal presupposto che, se vi è una instabilità in Italia, non è colpa della legge elettorale ma dipende dal fatto che il Paese è spaccato in due». Intanto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, lancia un allarme: «Niente fughe in avanti, lo Stato si può spaccare. E i "pericoli", in questo senso, possono venire dal centrodestra come dal centrosinistra se non si porrà subito mano all'articolo 116 della Costituzione per quel tanto di "secessionismo" che esso consente perchè permette alle regioni di attuare un regionalismo "sfrenato"». A Loiero, unico presidente di Regione presente, secondo quanto riferisce una nota del suo portavoce, è toccato il compito di «chiarire quali sono le necessità e i pericoli del regionalismo così come è possibile con le attuali regole costituzionali». «Nelle riforme istituzionali del centrosinistra e del centrodestra - ha sostenuto Loiero - ci sono stati degli errori. Ma da parte del centrosinistra l'errore è stato strategico anche se per un fine nobile, quello di portare la Lega stabilmente al tavolo delle trattative. Oggi - ha detto ancora Loiero - una maggiore autonomia delle Regioni è possibile. Lombardia e Veneto, per esempio, possono farsi una Sanità migliore di quella che hanno. Ma a spese di chi? Chederanno più compartecipazione allo Stato? E come si regoleranno le Regioni meridionali, che sono quelle più deboli? Ecco dove sta il rischio di spaccare il Paese e di farlo camminare ancora di più a tante velocità». Secondo Loiero, «è necessario prima attuare il federalismo fiscale, su cui c'è l'accordo, per stabilire livelli di perequazione ed attuare un reale principio

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