Guerra agli sprechi
Ad annunciarlo è il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento, al quale è andata la delega con l'incarico di scovare commissioni, comitati, organismi di dubbia o addirittura nessuna utilità che gravano sul bilancio del Tesoro. Una caccia per la quale l'esponente dei Verdi ha chiesto la collaborazione del Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, affinchè attivi subito i suoi esperti. I tempi, infatti, sono molto stretti: una prima ricognizione di massima deve essere completata «entro settembre, in tempo utile prima della presentazione al Parlamento della Legge Finanziaria, in modo da avere un primo check up degli sprechi e dei possibili tagli» spiega Cento. Sotto la scure potrebbero cadere decine e decine di enti, tenuto conto che si tratta di una galassia trasversale a tutti i ministeri e che un censimento sommario effettuato dal Tesoro nel 2002 aveva scoperto che gli enti potenzialmente inutili erano almeno 250. Nel mirino saranno comitati, commissioni, osservatori ed enti «non più utili ai fini istituzionali», i cui oneri continuano a ricadere sul bilancio dello stato. L'obiettivo è duplice: «contenere la spesa delle pubbliche amministrazioni» ma anche, come scrive Cento nella lettera al ragioniere Generale dello Stato «trasmettere significativi segnali di discontinuità nell'impegno delle risorse pubbliche». Al check up lavoreranno gli uomini della Ragioneria dello Stato. Cento ha infatti chiesto a Canzio, «di attivare i dipendenti dei suoi uffici affinchè procedano ad una ricognizione completa di tutti i predetti organismi ad oggi operanti che ricadono nella competenza di questo ministero, tenendomi aggiornato sui risultati di tale ricognizione e sulle opportune iniziative che si intenda mettere in atto tempestivamente per dare attuazione all'articolo 29 della Legge Visco-Bersani». Ma quanti potrebbero essere gli enti a cadere sotto la scure? Secondo una prima stima, su 665 organismi attivi nell'amministrazione dello stato, 73 non risultano essenziali e dovrebbero durare per un massimo di tre anni e veder tagliate del 30% le loro spese. Un'indagine del Sole 24 Ore parla di una autentica «giungla di cui non si conosce ancora l'esatta estensione», composta «da grandi strutture e pseudo-agenzie ministeriali, ma anche da piccole entità: comitati, commissioni, minuscoli organismi collegiali, su cui nessuno, da decenni, riesce a far calare il machete». Il piano di disboscamento degli enti inutili è però praticamente al palo nonostante diversi tentativi. Nella Finanziaria 2002 si prevedeva la soppressione o l'accorpamento di almeno 100 strutture, con risparmi di quasi 600 milioni tra il 2003 e il 2006 e anche la Finanziaria 2003 parlava chiaro. Nel mirino almeno 100 strutture di cui la metà da sopprimere e le altre da riorganizzare, trasformandole in fondazioni, in società per azioni (Spa) o accorpandole con strutture «analoghe o complementari».