«I partiti adesso puntino di più sui giovani»
Qui ci si divide solo sul come fare le cose per migliorare l'Italia» così parlava Enrico Letta. Insomma per vedere politici di centrodestra e di centrosinistra, imprenditori e sindacalisti parlare e discutere senza sbranarsi, per poi magari cercare gli inciuci sotto banco, bisogna andare fino a Dro, in provincia di Trento, dove un gruppo di giovani, esponenti di quella che in parte è già classe dirigente (anche se non pienamente), si sono incontrati per parlare di quello che sarà, ma soprattutto di quello che dovrebbe essere, l'Italia tra dieci anni. Qui la politica si lascia definitivamente alle spalle le divisioni ideologiche del passato. In questa due giorni di incontri e seminari in un'antica centrale elettrica ancora in parte attiva, persa tra le montagne dietro il lago di Garda, organizzata proprio da Letta, attualmente sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Anna Maria Artoni, tra le nuove stelle di Confindustria, si fa così: si discute pensando al paese che si vorrebbe. Sicuramente più virtuoso e più meritocratico, «Dove si può parlare di politica e confrontarsi senza stare a preoccuparsi troppo di quello che hanno appena detto Prodi e Berlusconi» dice Angelo Alfano, una delle giovani promesse di Forza Italia. Si sogna un paese dove «Si finisce di essere giovani a trent'anni» come invoca la neodeputata di An Giulia Borgiorno per avere poi «Responsabilità e spazi da adulti». «In altri paesi a 40 anni sei al top della carriera, qui sei un ragazzino» si lamenta Massimo Acquaviva, analista nella City di Londra. Però i ragazzi di Dro giovani ci si sentono e lo rivendicano: non mancano flipper, tavolo del subuteo e perfino il calcio balilla. A sfidarsi ci sono il latinista Alessandro Schisaro, l'amministratore delegato della Campari, Luca Garavoglia, Francesca Colombo, responsabile delle produzioni internazionali del teatro La Scala e Francesco Boccia. Certo molti sono figli di papà: dall'imprenditrice ed ex deputata di Forza Italia, Luisa Todini a Giulio Napolitano, giurista e figlio del presidente della Repubblica, che incrocia Giorgio Prodi, economista esperto di Cina figlio del presidente del Consiglio, e Filippo Andreatta, docente di relazioni internazionali e figlio dell'ex ministro Beniamino. Proprio lui ammette che «Ricambio ce n'è ben poco. Paradossalmente il mondo della politica è quello dove i giovani possono andare avanti se non altro per coptazione. Nella società è ancora peggio». Soluzioni facili per aprire la strada ai nuovi talenti dei giovani e delle donne non se ne vedono, per ora ascoltano la lezione sull'Europa del futuro di un ex giovane di successo, Lorenzo Bini Smaghi, cinquant'anni, oggi alla Banca Centrale Europea.