L'indulto di Mastella piace ai ciellini
È l'unico leader del centrosinistra che ha raccolto applausi. «Un giorno tutti i cattolici insieme»
È molto più di un indulto quello che il popolo Cl ha concesso al leader dell'Udeur al Meeting di Rimini. È un vero trionfo per Mastella. La sala dove si parla di «Lavoro nelle carceri» è enorme ma non basta. In molti ragazzi e non solo sono seduti per terra ad ascoltare l'intervento del Ministro che conquista tutti. Alla fine c'è perfino chi gli chiede l'autografo. Si parla di indulto e carceri e Mastella piace perché parla di speranza, fede e perdono. E poi dopo il grande flusso delle scarcerazioni, bisogna pensare a gestire i 20 mila ex detenuti. Gestire gli interventi per il reinserimento nella società di queste persone potrebbe essere una grande occasione anche per Cl e le sue ramificazioni nel volontariato. La sussidiarietà in questo caso può diventare davvero preziosa, e tutti nell'Auditorium della fiera di Rimini lo sanno tutti. Forse anche per questo nessun fischio si alza contro il ministro pur sempre uno degli esponenti di punta del governo Prodi - da queste parti non amatissimo - né alcuna contestazione parte per chi sta in maggioranza con «cattolici adulti» e non credenti. Mastella del resto appartiene alla vecchia scuola Dc e si vede per come parla e per quello che dice. Al contrario degli altri leader che sono intervenuti al Meeting parla a braccio e, nonostante un notevole raffreddore, si fa capire benissimo. Omaggia Giulio Andreotti, altro relatore del convegno, ricordando di aver cercato proprio in lui sostegno alla vigilia della nomina a ministro della giustizia. Sa quello che deve dire per ingraziarsi il pubblico. Sull'indulto come prima cosa dice: «Bisogna sgombrare il campo dalle paure irrazionali», e porta i suoi numeri: «Sono solo 230 gli ex carcerati che sono tornati in carcere dopo essere stati liberati con l'indulto. L'importante è lavorare per non lasciare sole queste persone nell'affrontare la nuova vita». E qui applaudono tutti: vertici e base ciellina sanno che questa ora sarà anche la loro missione. Questo impegno in parte è già realtà: in sala chi applaude più forte è il gruppetto di ex detenuti e volontari della cooperativa Giotto per il recupero dei detenuti di Padova. Ma gli applausi arrivano anche quando Mastella parla a tutto campo di politica e alleanze: "Io non credo nella religione del bipolarismo". E ancora: «Non escludo che prima o poi arriverà il momento in cui di nuovo i cattolici possano essere tutti insieme, non so quando ma questo abbraccio potrà esserci, prima o poi». Per ora suggerisce di seguire più spesso il metodo Libano: «Discutere delle soluzione dei problemi tutti quanti insieme». Prima occasione dovrebbe essere la questione drammatica dell'immigrazione clandestina. Niente via alla Bossi- Fini, Mastella sceglie la strada della sensibilità umanitaria che qui nessuno può contestargli. Anche dopo quando in conferenza stampa qualcuno gli chiede dei Pacs non si fa nemici, almeno a Rimini, e dice tranquillamente: «Non ci sono nel programma dell'Unione». Di fatto gioca sull'equivoco perché nel programma unionista si parla solo di riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto, come più tardi gli ricorda Grillini dei Ds, ma il problema c'è. L'importante comunque per Mastella era uscire indenne da fischi.