I leader del centrodestra rassicurano Israele «Se la Ue ci sarà, noi faremo la nostra parte»
È questa la posizione del leader di Forza Italia alla luce degli ultimi sviluppi diplomatici della crisi mediorientale. La posizione dell'ex premier «non è cambiata» rispetto a qualche settimana fa, assicura chi ha avuto modo di parlare con il Cavaliere. Certo, però, la decisione della Francia di aumentare l'impegno nella forza Onu e la missione europea del ministro israeliano Tzipi Livni, hanno fatto crescere in Berlusconi le speranze che la riunione dei Venticinque dia buoni frutti. E lo stesso Berlusconi ha sottolineato di essere favorevole, in linea di principio, alla missione di pace. L'importante però è che l'Italia «non resti sola col cerino in mano», ha più volte spiegato in questi giorni il leader della Cdl ai suoi interlocutori. Tuttavia, è il suo ragionamento, anche se l'Europa darà un mandato forte all'Italia e se gli altri partner dovessero decidere di dare un contributo più «pesante» all'intervento in Libano, ciò non sarebbe sufficiente per mettere al riparo i soldati italiani da brutte sorprese. Secondo il presidente di Forza Italia, infatti, restano aperti due nodi importanti: le «modalità» della missione (comprese le famose regole di ingaggio dei militari dell'Unifil) e gli «obiettivi politici». Se è vero che spetta al governo libanese il compito di disarmare Hezbollah, sottolinea infatti un deputato azzurro, è altrettanto vero che non si sa cosa accadrebbe nel caso in cui l'esercito di Beirut si dimostri incapace di privare la milizia sciita delle armi. Nodi che, secondo i vertici di Forza Italia, il governo deve «chiarire in tempi brevi». Romano Prodi, è quindi la conclusione di Berlusconi (che oggi è atteso al meeting di Rimini) deve perciò dare «garanzie» per fare in modo che gli italiani non rischino più di quanto non sia necessario in una zona difficile e pericolosa. E ieri Tzipi Livni, ministro degli Esteri Israeliano, ha incontrato i leader dell'opposizione sottolineando quanto ci tenga che la classe politica italiana, tutta, sostenga la missione internazionale dell'Onu in Libano. E da Pier Ferdinando Casini (Udc), Gianfranco Fini (An) e Sandro Bondi (Fi) incassa una cauta e subordinata apertura : «Se l'Europa al vertice di Bruxelles dimostrerà di esserci - è stata in sintesi la loro posizione - l'Italia non si sottrarrà alle proprie responsabilità e l'opposizione farà la sua parte». La posizione dei leader della Cdl viene apprezzata dalla maggioranza che fa dire a Marina Sereni, vicecapogruppo dell'Ulivo alla Camera, come gli incontri di Roma della Livni siano «di buon auspicio», «un terreno favorevole» per una conclusione positiva dell'appuntamento di oggi a Bruxelles. In missione diplomatica a Roma, alla vigilia del cruciale vertice europeo dei ministri degli Esteri, il ministro israeliano, dopo aver incontrato il collega Massimo D'Alema, vede in un albergo romano i leader della Cdl che le espongono la linea del centrodestra. A loro avviso solo un'assunzione di responsabilità unitaria verso la crisi libanese con la quale l'Europa mostri al mondo di essere un'entità politica potrà favorire un impegno deciso dell'Italia nella missione che l'Onu sta preparando. I tre leader hanno ascoltato le preoccupazioni del ministro Israeliano che avrebbe anche ribadito l'apprezzamento del suo governo per la posizione italiana, così come la signora Livni sarebbe apparsa cautamente ottimista sull'evoluzione della posizione francese, in vista dell'annuncio da parte del presidente Chirac di un impegno più consistente da parte della Francia. Per il presidente di An ed ex ministro degli Esteri, anche se è presto per dare un giudizio sull'azione del governo Prodi prima del vertice di oggi a Bruxelles, se la Francia aumenterà il suo sforzo si andrà «nella direzione auspicata» dalla Cdl. Il centrodestra attende tu