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Tregua sempre più fragile, continuano gli scontri

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Fuoco israeliano su Shebaa e prime perdite dell'esercito governativo libanese lungo il confine sud del paese

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E sempre a ridosso della «linea blu», un carro armato israeliano è saltato su una mina provocando l'uccisione di un membro dell'equipaggio e il ferimento di altri tre, mentre - a riprova dell'estrema fragilità della tregua scattata il 14 agosto - l'artiglieria israeliana ha aperto il fuoco contro la cittadina di confine di Shebaa, ad appena un chilometro da una delle nuove postazioni nel sud dell'esercito libanese. I tre soldati libanesi sono stati uccisi vicino alla cittadina di Tibnit, a nord della «linea blu», che nei 34 giorni di guerra era stata ripetutamente bombardata dopo che i soldati israeliani erano ripiegati dalla vicina Bint Jbeil al termine di sei giorni di feroci combattimenti con gli Hezbollah. A nord-est di Tibnin, una pattuglia israeliana proveniente dalla cittadina di confine di Aadeisse ha inoltre catturato a un posto di blocco volante due giovani libanesi, dopo che un carro armato «Merkavà» era saltato su una mina. La dinamica dell'esplosione costata la vita a un militare israeliano rimane ancora incerta, ma durante i 34 giorni di guerra e lungo tutta la fascia di confine numerosi altri carri armati «Merkava» erano saltati in aria su mine collocate dall'esercito d'Israele al momento del ritiro, dopo 22 anni d'occupazione dal Libano meridionale (maggio 2000) e poi rimosse e rimimetizzate dai guerriglieri Hezbollah per creare micidiali trappole. A Beirut, dove è giunta stamani una delegazione congiunta dei ministeri degli esteri e della difesa italiani, il premier, Fouad Siniora, ha intanto respinto al mittente le affermazioni del presidente siriano Bashar al-Assad, che in un'intervista alla Tv di Dubai ha affermato che il ventilato schieramento al confine con la Siria di reparti dell'Unifil, la forza Onu in Libano, equivarrebbe all'«annullamento della sovranità libanese». «Il Libano agisce con tutti i mezzi a sua disposizione per preservare la sua sovranità, la sua indipendenza e i suoi interessi», ha replicato Siniora, che in una conferenza stampa ha tuttavia auspicato che le relazioni tra Beirut e Damasco siano fondate sul rispetto reciproco». Nella conferenza stampa, Siniora ha poi affermato che gli Stati Uniti «possono e devono fare di più sul piano economico e politico» in Libano e ha invitato stati e imprese stranieri a «patrocinare» la ricostruzione nel Paese dei Cedri, ma ha soprattutto insistito sul rapido rafforzamento dell'Unifil, il cui ritardo rischia di rendere ancora più fragile la tregua. In attesa delle decisioni che verranno adottate nella riunione dei ministri degli esteri dell'Ue in programma domani a Bruxelles con la partecipazione del segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, il premier ha comunque voluto ringraziare ancora una volta l'Italia per la disponibilità manifestata a guidare la rafforzata Unifil. «In Libano, i soldati italiani si troveranno tra amici», ha detto Siniora». Negli incontri con Siniora e gli altri ministri libanesi, la delegazione italiana ha discusso delle «condizioni internazionali e locali necessarie» perché l'Unifil rafforzata «possa essere formata e dispiegata al più presto possibile».

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