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RIMINI — «Ci sono troppi "cattolici adulti" in giro, anche per questo la nostra società è in pericolo.

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E giù applausi e ovazioni. È Marcello Pera che parla e il Meeting di Cl si infiamma per lui e contro la Binetti, la senatrice della Margherita cattolica ma non abbastanza ortodossa, e soprattutto contro Prodi, colui che inventò la definizione per sé di cattolico adulto. Ieri a Rimini la star della giornata è stata indubbiamente il filosofo e senatore di Forza Italia Marcello Pera. Anche se non è più presidente del Senato, anche se gli organizzatori per mettere la sordina all'incontro lo avevano relegato in una sala di solo (sic!) 700 posti. Ma non è bastata e allora i maxischermi dell'agorà, la piazza all'interno della fiera, sono stati regolati per trasmettere in diretta il dibattito di fronte ad almeno un altro migliaio di persone, sedute e in piedi, tutte accalcate a seguire con attenzione quanto dicevano Pera e gli altri relatori. Insieme all'ex presidente del Senato c'era Rocco Bottiglione, ex ministro dei Beni Culturali del governo Berlusconi ed esponente di spicco dell'Udc e Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino. Il tema tra i più cari al filosofo Pera: lo scontro tra laicità e laicismo. Prima di lui parlano gli altri relatori, ma è il suo l'intervento atteso con ansia. In un certo senso è il sequel di quello dell'anno scorso, quando Pera fece il tutto esaurito e il pieno di applausi lanciando da Rimini la sua crociata contro il meticciato. Certo il clima complessivo allora era diverso. Il governo in carica era quello Berlusconi, la base ma anche i dirigenti di Cl non avevano dubbi su da che parte stare e Pera era naturalmente un faro per Cl. Oggi molto è cambiato. In nome della real politik i dirigenti ciellini, da Cesana a Vittadini, parlano di larghe intese, di metodo Merkel perché sanno che per la loro «sussidiarietà» c'è bisogno di collaborare con il governo, a prescindere da quale esso sia. Ma la base evidentemente non segue. La pancia di Cl è tutta ancora con il centrodestra e si anima per i guru teocon. Pera ma anche Socci con il suo «Genocidio dimenticato» per esempio non c'è (un'assenza polemica contro l'invito al ministro Bersani per parlare di teologia), ma si fa sentire. Attraverso il suo libro che va alla grande tra gli stand del Meeting. Ma anche Vittorio Messori, lo scrittore ultracottolico autore di un'intervista best seller a papa Giovanni Paolo II, che alla presentazione del suo libro «Ipotesi su Maria» ha raccolto un enorme successo di pubblico. Anche da lui tutti ad attaccare Binetti e Prodi, i cattolici adulti che sono una vera ossessione per gli ortodossi di Rimini. E così l'arrivo di Pera è diventato il momento alto per l'anima teocon del Meeting. E lui lo sa e infatti il suo intervento comincia con un riconoscimento al suo popolo «Io non vi ho dimenticati». Ad ascoltarlo sono in tanti, tantissimi, di tutte le età e a ogni suo passaggio c'è qualcuno che grida: «È vero», «Grande», «Ha ragione», «Certo». Gli applausi arrivano quando dice che dobbiamo difenderci dal laicismo «che è il frutto deteriore della rivoluzione francese», anche quando denuncia che oggi un politico praticamente «è impossibilitato a manifestare pubblicamente la sua religiosità». Entuasismo quando dice che «l'aborto oggi è diventato un diritto di uccidere una persona, per quanto piccola», e quando ricorda che ormai in Europa «sono diventati, o stanno per diventarlo, diritti le cose più aberranti: dall'eutanasia, al matrimonio gay, alla poligamia, al partito dei pedofili». E ancora applausi quando attacca il multiculturalismo esercitato ancora dal governo e critica la volontà del governo Prodi di facilitare la concessione della cittadinanza perché vuol dire «svendere la nostra identità». In confronto Buttiglione e mons. Negri, che pure sono sulla stessa linea di Pera, sembrano moderati. Anche se il vescovo di San Marino attacca anche lui i cattolici adulti e si augura che «aumentino i laici alla Pera» e Buttiglione dice che «il relativismo non può essere alla base della convivenza tra i popoli europei». Alla fine è o

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