«IL SUO richiamo al valore del dialogo non ci convince».
«Mi chiedo: non erano forse di tanti giovani che con straordinaria intensità vivono la loro vita e i loro valori, quei volti che una sera di agosto a Rimini la guardavano e la ascoltavano? Se è così - afferma Bondi - quei fischi, che anche noi consideriamo un errore, non erano forse un peccato d'ingenuità, di chi le stava manifestando i sentimenti di una simpatia nata un anno fa nella bellissima battaglia referendaria e oggi andata in parte delusa?». «Qualche errore - continua - è stato commesso, ma la senatrice Binetti dovrebbe comprendere che nelle vicende che l'hanno coinvolta in questi mesi, dalla polemica sulle cellule staminali a quella sull'aborto, il dialogo con l'altro che lei oggi invoca è stato più volte avvelenato dall'ambiguità delle parole e dei concetti, prima ancora che dalle scelte politiche del governo. Oltretutto, fare un caso di una vicenda tutto sommato secondaria, permette di non fare i conti con le questioni vere e spinose della presenza dei cattolici all'interno di questa maggioranza di governo, sempre più dominata dalle posizioni più estreme della sinistra». Quanto al fatto che l'ex presidente di Scienza e Vita abbia dichiarato nell'intervista al Corriere che non avrebbe «mai potuto scegliere il centrodestra» per i valori che separano i due schieramenti, Bondi replica: «Mi sembra - questa sì - una rinuncia a quella cultura del confronto senza steccati e senza pregiudizi di cui la stessa Binetti parla. Fra i cattolici impegnati nel centrodestra e in Forza Italia e quelli che hanno scelto, come la Binetti, il centrosinistra, non vi può essere alcuna differenza antropologica. E dialogando, collaborando insieme possiamo arricchire la politica e far crescere il nostro Paese. Sapendo che il cristianesimo non è solo un sistema di valori o di principi, ma è soprattutto una testimonianza d'amore e di vita. E su questo piano non possiamo ingannare nessuno». Bondi definisce «un peccato d'ingenuità» i fischi contro la Binetti al Meeting di Rimini. Tuttavia, dice Bondi, la senatrice Dl sbaglia a parlare di cultura del sospetto, concetto in contraddizione con la cultura del dialogo invocata dalla stessa esponente del centrosinistra.