I dubbi sull'operazione

«Non resteremo da soli, non c'è nessuna ipotesi di restare da soli», ha assicurato il presidente del Consiglio facendo il punto sulla crisi libanese. Anzi, ha aggiunto, «sono sicuro che ci saranno forze sufficienti». Il premier - che oggi incontrerà il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livnik all'aeroporto militare di Grosseto - non ha parlato del bombardamento di Shebaa, ma si è detto fiducioso sul futuro comportamento del governo Olmert. «Israele - ha detto il Professore - ha ripetutamente detto che con l'arrivo delle forze internazionali le loro truppe si ritireranno. Su questo c'è un patto molto chiaro, un patto di ferro». Prodi, dopo aver puntualizzato alla Cnn che il comando della forza di pace «non è un concorso di bellezza» e che la decisione finale spetterà al segretario dell'Onu Kofi Annan, ha sottolineato la coerenza della politica italiana. «Noi abbiamo tenuto fermo il nostro obiettivo, l'abbiamo tenuto fermo con tutte le sbandate e le difficoltà che altri hanno avuto», ha detto il premier. Parole che potrebbero essere lette come un riferimento ai tentennamenti della Francia. Poco dopo, il premier francese Dominique de Villepin ha detto che la Francia vuole «andare più lontano» nel suo contributo alla missione Unifil, ma solo «quando ci saranno le condizioni». . Il Professore ha inoltre riferito di aver chiesto all'Onu l'aiuto «anche di truppe» e non solo «appoggio politico» di tutti i paesi membri del Consiglio di sicurezza, di cui fanno parte anche Stati Uniti e Gran Bretagna: «Ho insistito con il segretario generale Kofi Annan che non ci siano solo europei, ma anche paesi del Consiglio di Sicurezza». Intanto, mentre una delegazione italiana dei ministeri degli Esteri e della Difesa è giunta a Beirut per una serie di incontri ad alto livello, dalla riunione degli ambasciatori Ue a Bruxelles di preparazione al vertice di venerdì (dove Annan ha confermato che sarà presente) è emersa l'indicazione che l'Italia è disposta ad inviare fino a 3mila uomini. Sul fronte interno, Prodi ha escluso diversità di vedute con il vicepremier, Francesco Rutelli. «C'è identità assoluta di prospettive con Rutelli sulla politica fin qui seguita e su quella da seguire», ha sottolineato, spiegando comunque che «ogni evento nuovo obbligherà a riflettere». Parole che sembrano confermate dallo stesso leader della Mergherita. Dal meeting di Rimini, il vicepremier è sembrato infatti sciogliere i dubbi sulla missione, pur mantenendo una linea di massima cautela.