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di SILVIA SANTARELLI «BERLUSCONI è il capo dell'opposizione.

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Questo il quadro dentro Forza Italia secondo Mario Mauro, vicepresidente forzista del Parlamento Europeo, molto vicino al governatore della Lombardia. Se sia un'interpretazione di parte o se si avvicina il grande momento in cui sarà davvero protagonista di questa nuova fase il politico più autorevole legato a Cl forse si capirà venerdì. Tra due giorni infatti Berlusconi e Formigoni si incontreranno qui al Meeting di Rimini per discutere di «Quale libertà per quale Italia?». Probabilmente sarà l'evento clou della manifestazione riminese, sicuramente sarà un momento importante per capire con quali prospettive riparte la battaglia d'autunno contro il governo Prodi, dove va Forza Italia e chi ne avrà la leadership, almeno culturale (visto che quella politica di Berlusconi per il momento non è in discussione). Il presidente della regione Lombardia ha la sua ricetta. È convinto che il metodo dell'«opposizione dialogante» sia il più efficace, la sua è un'interpretazione personale del metodo Merkel. Alla guida della più importante regione italiana il suo «dialogo sulle cose da fare» ha portato a una collaborazione fattiva con l'opposizione. Proprio questi buoni risultati Formigoni è andato a spiegare a Berlusconi lunedì in Sardegna. Si è recato a Porto Rotondo, a Villa Certosa, per convincere il leader di Forza Italia che è quella la strada da perseguire in attesa della caduta del governo Prodi. Cosa che avverrà inevitabilmente, Formigoni ne è convinto: «È un governo che non ha maggioranza, non è una mia opinione è un fatto. Non si può governare un paese come l'Italia, con tutti i problemi che ha, a colpi di fiducia». E allora se la situazione è così in evoluzione non è necessario né fare il muro contro muro né essere tentati da «inciuci» e accordi sottobanco. Tra Sandro Bondi che dice «Tra maggioranza e opposizione si possono aprire rapporti diversi di confronto rispettoso e leale collaborazione su alcune questioni dirimenti» e le insofferenze dello stesso Berlusconi che si lamenta delle troppe aperture al centrosinistra e «l'eccessiva fretta con cui si è dato il via libera alla missione in Libano», Formigoni è convinto che la cosa migliore sia aspettare e vedere, e nel frattempo «discutere su tutto», con un no secco agli allargamenti della maggioranza. Nel frattempo si possono pensare a tante soluzioni per il dopo-Prodi. Marini è un'ipotesi da non scartare. Il suo discorso di domenica al Meeting è piaciuto a lui e ai suoi. Dice Maurizio Lupi, da sempre vicino a Formigoni, «L'apertura di Marini è certamente positiva». Per il momento Berlusconi sembra apprezzare i suggerimenti di Formigoni, però non è detto che le sue proposte divengano pratica politica. In Forza Italia la battaglia è aperta. A Rimini gli uomini del governatore si stanno muovendo per farsi sentire. Domani pomeriggio, in città, ma lontano dal Meeting, proprio Lupi e Mauro hanno dato appuntamento a colleghi deputati e senatori al teatro Novelli. Annunciata la presenza di tanti esponenti di primo piano del partito da Pisanu ad Angelino Sanza, da Guido Crosetto a Luigi Casero, tutti a fare il punto prima dell'arrivo di Berlusconi. Si parlerà certo del partito unico del centrodestra, ipotesi che sembra sempre più di difficile realizzazione. «Si sa che Casini non ne vuole sapere - è l'ammissione sconsolata che arriva dai forzisti in trasferta a Rimini - quindi è inutile stare a perdere tempo e parlare di cose che non esisteranno mai». Ma ad appassionare i presenti sarà soprattutto il tema della guida del partito. Se per il momento proprio nessuno pensa che sia arrivato il momento per Berlusconi di fare un passo indietro, i più sono convinti che sia il momento di mettere da parte gli attuali vice. Quindi via Cicchitto e Bondi e presto un nuovo gruppo dirigente. In prima fila scalpita il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, che da tempo è in attesa di maggiori responsabilità nel partito. E poi c'è tutto il gruppo dei giovani leoni, i quarantenn

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