di LUIGI FRASCA PER combattere il flusso emorragico di immigrati clandestini sulle coste siciliane saranno ...
Presenti il vicecapo vicario della Polizia di Stato Antonio Manganelli, il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, i prefetti Alessandro Pansa e Nicola Cavaliere, il direttore del Sco Gilberto Calderozzi e i funzionari della Direzione Centrale dell'Immigrazione. Si tratta di un pool di magistrati, che opererà a Palermo e Agrigento, e uno delle forze dell'ordine, che sarà inserito all'interno della Criminalpol. I primi due gruppi di magistrati verranno creati nelle procure di Palermo e Agrigento, mentre quello investigativo interforze, ha chiarito il prefetto Manganelli, all'interno della Criminalpol. «Ci sarà un tavolo - ha spiegato Manganelli — che analizzerà e metterà a fattore comune tutte le informazioni acquisite nelle indagini sull'immigrazione clandestina». Amato ha definito «fruttuoso» il vertice tecnico di ieri mattina. «Giorni fa - ha aggiunto il titolare del Viminale - avevo posto il problema in termini di collaborazione con la magistratura. Occorre individuare le lacune da colmare per arrivare al di là dei singoli scafisti e, quindi, alle organizzazioni criminali per le quali lavorano e alla tratta di esseri umani». Il governo si muoverà dunque su due piani. «Un piano interno, per creare una chiara connessione legislativa tra il reato di immigrazione clandestina e quello della tratta di esseri umani, in quanto oggi il procuratore nazionale antimafia è competente solo sulla seconda e non sulla prima, e un piano esterno e che prevede la collaborazione di giustizia con i paesi nei quali si origina il reato». Oggi, ha spiegato ancora il ministro, questo è possibile con l'Egitto, ma con non con la Libia, con la quale «è, a dir poco, difficile». Dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso è arrivata la richiesta di «un correttivo legislativo» ad esempio contro gli scafisti che rappresenterebbe un'«altra forma di aiuto» nella lotta all'immigrazione clandestina. «Bisogna partire da dati concreti e trovare soluzioni concrete per affrontare i problemi» è l'analisi di Grasso. In quest'ottica «la specializzazione dei magistrati» è una questione importante: «Bisogna creare un raccordo perchè il reato di immigrazione clandestina è una componente importante per configurare il reato di tratta». E a chi accusava il governo Prodi di aver allentato i rapporti con Libia Amato ha ribadito invece che «con la Libia stiamo lavorando bene insieme ma bisogna allargare i temi di collaborazione». La collaborazione con la Libia, ha detto ancora Amato, si muove su due binari paralleli: da un lato «c'è un rapporto di collaborazione» A conferma dei buoni rapporti tra i due paesi, il ministro ha sottolineato che «un paio di settimane fa ho avuto un incontro riservato con i vertici della sicurezza libica». Sul fronte delle forze di polizia, dunque, «la collaborazione c'è». Manca, invece, sul fronte giudiziario. «Dobbiamo allargare i temi di collaborazione - dice il ministro - perchè per quanto riguarda la giustizia è prossima allo zero». Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, ha annunciato che al prossimo consiglio dei ministri presenterà le modifiche normative. Le indagini sull'immigrazione clandestina saranno interamente affidate alle 26 Dda che ipotizzano reati come la tratta di esseri umani e la riduzione in schiavitù sotto il coordinamento della Dna di Piero Grasso. E renderà obbligatoria la misura cautelare in carcere per gli scafisti come per i delitti di mafia.