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UN appello rispedito al mittente dall'ala «dura» della Casa delle Libertà An e Lega quelo del presidente ...

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Il vicecoordinatore nazionale di FI Fabrizio Cicchitto si limita ad attaccare l'esigenza, sollevata dal presidente di Palazzo Madama, di un cambio in tempi brevi della legge elettorale. «L'attacco di Marini alla legge elettorale è molto discutibile. Le difficoltà di governabilità non discendono dalla legge elettorale, ma dal fatto che praticamente l'elettorato italiano è diviso in due e che la risicata maggioranza di governo è profondamente divisa al suo interno». Gelida, invece, l'accoglienza di An e Lega alla mano tesa del presidente del Senato. «Ogni volta che aprono al dialogo vuol dire che non hanno i numeri. E allora la soluzione è una sola e politica: ne prendano atto e si torni al voto», taglia corto l'ex ministro leghista Roberto Calderoli, per il quale l'unica soluzione è il ritorno alle urne. E sulla stessa linea è anche il capogruppo di An Ignazio La Russa: «È ovvio e scontato che Marini cerchi con parole apparentemente sagge di trovare spazi per far durare un'esperienza che mi pare condannata all'insuccesso». «Sul rischio di una subalternità politica dei cattolici il presidente Marini ha ragione — dice l'azzurro Francesco Giro — ma ci chiediamo come possa lanciare l'allarme una personalità politica come lui che sta collaborando attivamente alla nascita un nuovo Partito democratico dove i postcomunisti vorranno senz'altro esercitare la loro egemonia culturale».

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