Bufera bipartisan sull'Unione musulmana
Dalla Casa della Libertà all'Unione arriva una condanna unanime, con i primi che chiedono al ministro dell'Interno Giuliano Amato di escludere l'Ucoii dalla Consulta Islamica, l'organismo voluto dal Viminale per tentare di dar vita ad un islam italiano, e con i secondi che definiscono «vergognose» le parole riportate nell'inserzione. Contro l'Ucoii e il suo «manifesto» si schierano apertamente anche gli altri membri della Consulta: «tesi inammissibili e assurde». «Tutti questi signori che oggi si sentono offesi, dovevano offendersi davanti alle vite umane sacrificate - dice il presidente Mohammad Nour Dachan, un medico siriano in Italia da 40 anni - . Quello che chiedono queste persone non mi interessa, noi abbiamo soltanto riportato 73 tragedie provocate dagli israeliani. Mi dicano questi signori - prosegue - se hanno qualcosa per confutare questi numeri e mi dicano dove erano quando, solo nel mese di luglio, gli israeliani hanno ucciso 100 palestinesi e distrutto migliaia di case in Libano». Parole condivise dal segretario dell'associazione, Roberto Hamza Picardo. «Si tratta di reazioni scomposte, come d'altronde accade ogni volta che si critica la politica di Israele». Tesi messe nero su bianco e confermate ieri che hanno scatenato la protesta della comunità ebraica. «Il ministro Amato li convochi e chieda chiarimenti sul manifesto» dice Amos Luzzatto, ex presidente delle Ucei, che poi aggiunge: quelle parole «appartengono al sottile veleno che si diffonde in Italia e anche in Europa che tende ad equiparare gli ebrei e Israele ai nazisti: un paragone che, anche se palesemente assurdo, ripetuto però più volte, finisce con l'entrare nell'immaginario collettivo». Per Riccardo Pacifici, portavoce della comunità ebraica romana, quello dell'Ucoii è invece un documento «che ha come comune denominatore dei padrini che in tutti questi anni hanno distorto la complessa vicenda del medio Oriente, trovando sempre un unico colpevole, Israele». Ma a condannare Dachan e l'Ucoii sono anche gli stessi membri della Consulta. «Che Israele abbia risposto con rappresaglie esagerate alle provocazioni non può essere certo negato. Ma ciò - dice Mario Scialoja, rappresentante in Italia della Lega musulmana mondiale - non giustifica il paragone dell'Ucoii, che è inammissibile, assurdo e vergognoso». Parole condivise da Souad Sbai, presidente dell'associazione delle donne marocchine in Italia. «È un gesto di cattivo gusto e inaccettabile, con cui non si fa altro che alimentare l'odio nelle nostre comunità e nei nostri confronti». Un documento «senza senso» lo definisce invece l'imam dell'istituto islamico di viale Jenner a Milano, Abdel Hamid Shaari. Per i fedeli di Maometto, la presa di posizione dell'Ucoii ha un obiettivo non solo provocatorio ma anche politico. «Non c'è certo da sorprendersi - dice ancora Scialoja - in quanto l'Ucoii rappresenta la filosofia e il pensiero dei Fratelli Musulmani, che non riconoscono lo stato di Israele». «Non bisogna escluderli dalla Consulta, l'Italia non deve commettere questo errore - spiega invece Sbai rispondendo alle richieste della Cdl - perchè e quello che vogliono, così possono passare per vittime». Condanna bipartisan, con la Cdl che chiede l'esclusione dell'Ucoii dalla Consulta. «Fatto inquietante» lo definisce il capogruppo dell'Udc alla Camera, Volontè. Di «delirante annuncio» parla Gasparri di An e il leghista Calderoli aggiunge: «Pubblicazioni del genere non solo calpestano l'Olocausto, ma istigano anche le parti peggiori del mondo islamico». Parole nette anche dall'Unione. «È un paragone vergognoso e inaccettabile che getta solo discredito su chi vi ricorre» è il lapidario commento di Piero Fassino. «Un giudizio - dice il presidente del Senato Marini - che non accetto e non condivido minimamente».