«Pmi, intesa tra maggioranza e opposizione»
Tuttavia, osserva il segretario dei Radicali e presidente della commissione Attività Produttive della Camera «è molto giusto non dare l'impressione di avere "messo nel mirino" o di volere colpevolizzare le medie, le piccole e le piccolissime imprese, che (e si tratta di 6 milioni e mezzo di unità) rappresentano la spina dorsale della produzione di ricchezza nel paese. Per questo - prosegue Capezzone - riterrei molto opportuno che il governo e la maggioranza fossero disponibili a dialogare e a prendere in esame, ad esempio, le proposte e le ipotesi di Confindustria sul tema delle piccole e medie imprese. E sono convinto - conclude Capezzone - che questo sia uno dei temi su cui è possibile costruire un'intesa tra i liberali dei due schieramenti. Mi auguro che governo e maggioranza sappiano fare tesoro della disponibilità a innovare di molte organizzazioni sociali nel nostro paese - ha continuato Capezzone - chi vuole modernizzare troverà alleati, per fare alcuni esempi, nella Confindustria, nella Confapi, nella Confartigianato, così come nella Uil e nella Cisl. In questa stessa chiave (senza inciuci, senza accordi opachi) - ha proseguito il segretario dei Radicali Capezzone - è necessario e possibile raggiungere intese limpide su obiettivi chiari anche con la parte liberale dell'opposizione, facendo lavorare insieme i riformatori dei due schieramenti». A fargli da contraltare ci ha pensato il presidente della delegazione dei Comunisti italiani al Parlamento europeo Marco Rizzo, alla proposta del segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, su una possibile intesa fra gli elementi riformatori di maggioranza e opposizione per le liberalizzazioni e le riforme strutturali del paese: «È necessario rimandare subito al mittente la proposta di Capezzone: nessuno pensi di chiudere inciuci o accordi mirati con la Casa delle libertà. Occorre, invece - ha continuato Marco Rizzo - che l'Unione investa in politiche di equità e giustizia sociale, per provare a ridare slancio al Paese, salvaguardando coloro che, insieme all'ex premier Berlusconi, sono riusciti a pagare con lacrime e sangue per un risanamento che la destra non ha saputo oppure non ha voluto fare».