Leo (An) e Brunetta
«Modificare l'aliquota Irpef? Buona idea ma troppo costosa»
«Come idea non sarebbe sbagliata, ma per fare operazioni del genere bisogna trovare le risorse». È il parere dell'esponente di Alleanza Nazionale e componente della commissione Finanze alla Camera, Maurizio Leo. Opinione appoggiata anche dall'economista Renato Brunetta, secondo cui «modificare le aliquote senza un quadro generale non ha senso. Non credo che Visco abbia in mente iniziative così estemporanee». L'abbassamento delle aliquote minime «è costosissimo, contrariamente a quello delle massime» perché le classi di riferimento, nel primo scaglione, «sono molto dense», sottolinea Brunetta. Per la Finanziaria 2007 servono 35 miliardi di euro, di cui tra circa 8-10 miliardi dovrebbero essere di maggiori entrate. Per reperire ulteriori risorse, secondo Maurizio Leo, «è probabile che ci saranno interventi sugli studi settore. Questo sarebbe deprecabile perché si inciderebbe su delle categorie che possono rappresentare un volano per il rilancio dell'economia italiana. Bisogna stare attenti». «Manipolare in continuazione gli studi settore — aggiunge Brunetta — rischia di produrre un effetto contrario e non dare nessuna certezza ai contribuenti». Le revisioni devono essere «concordate e concertata» con le categorie interessate. «Se vengono continuamente modificate e manipolate ci sarà una crescente diffidenza. Con il procedere di queste indiscrezioni si sta distruggendo il piccolo patrimonio di credibilità che il governo Berlusconi aveva prodotto e che ha portato all'aumento di gettito che abbiamo visto». L'obiettivo del governo, afferma Leo, «è quello di fare piazza pulita del secondo modulo della riforma. Così verrebbero penalizzate le classi medie che hanno avuto più benefici dalla riforma. Visco sostiene che i due moduli dell'Irpef non hanno avvantaggiato i redditi piu bassi, non è vero perché sono stati tolti dall'area dell'imponibilità molti contribuenti» con redditi bassi. Il governo Berlusconi, con il primo modulo, aggiunge Brunetta, «aveva già stabilizzato il quadro delle aliquote operanti su redditi medi e bassi». Anche Roberto Salerno, esponente di An e membro della Commissione Finanze della Camera attacca Vincenzo Visco: «Gli annunciati interventi in materia di controlli e anagrafe fiscale lasciano interdetti più che sorpresi in quanto costituiscono un ritorno al passato clamoroso e una contraddizione con quella che deve essere una moderna filosofia nel rapporto fisco-contribuente verso la quale stavamo procedendo». In particolare, prosegue, «sono esterrefatto dagli annunci velleitari della nuova Anagrafe Fiscale fatti da Visco che in realtà vuole reintrodurre il vecchio "redditometro" prevedendo una vera e propria "schedatura" di ogni italiano».