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Libano, i pacifisti della sinistra critici sui costi della missione

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Il problema è proprio questo: su cosa? La missione di pace dei nostri soldati in Libano rischia di scompigliare i conti dell'Unione, che ha già annunciato attraverso il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa tagli sul sociale visti come fumo negli occhi dalla sinistra radicale. E gli alleati di Prodi targati Pdci, Prc e Verdi ieri hanno fatto sapere che non accetteranno neanche una lievitazioni delle spese militari. Malgrado ciò, il Professore dice di essere sereno e sostiene che «non ci sono problemi perché presto ci sarà il ritiro delle truppe dall'Iraq». Un fattore «meno» nei calcoli sui risparmi da fare che, però, deve essere stato previsto già da Padoa Schioppa. Per questo i «radicali» temono che poi si inasprisca ancor più l'intervento su welfare e diritti sociali e questo non è per loro accettabile. Preferirebbero di gran lunga ottenere quello che chiedono ormai da tempo, cioè il ritiro del nostro contingente dall'Afghanistan. Su questo, tuttavia, l'ala moderata dell'Unione è decisamente contraria, da Mastella a Di Pietro. «Non è li che cercherei forme di risparmio», ha dichiarato il primo. «In questo momento la pace mondiale è la priorità delle priorità», ha aggiunto il secondo. Per il ritiro dall'Afghanistan, invece, si sono schierati tra gli altri il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero e il deputato Salvatore Cannavò, ambedue di Rifondazione mentre persino il diessino Alfiero Grandi, sottosegretario all'Economia, è d'accordo sulla riduzione dei costi delle altre missioni per finanziare quella in Libano, ma non di quella in Afghanistan. E proprio ieri un altro sottosegretario allo stesso dicastero, il Verde Paolo Cento, che aveva un programma un emendamento al decreto sul Libano basato sul principio dei vasi comunicanti, ha precisato: «La missione italiana in Libano non può diventare in alcun modo un pretesto per aumentare le spese militari in vista della prossima legge finanziaria. L'obiettivo di una progressiva riduzione delle spese militari, indicato nel programma dell'Unione, va mantenuto. Il compito del finanziamento va ricercato nel bilancio e delle missioni militari foreste del nostro Paese. Se è necessario bisogna anche prevedere la riduzione dell'impegno economico in Afghanistan e aprire una riflessione sul disimpegno dall'acquisto di commesse militari costosissime e di dubbia compatibilità con l'articolo 11 della Costituzione».

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