Il documento della Comunità Islamica in Italia pubblicato su un quotidiano
Il testo che contiene un'elencazione minuziosa di tutte le stragi avvenute nell'area mediorientale, da Sabra e Chatila nel 1982 (3.500 vittime) a Jenin nel 2002 (500 vittime) fino ai fatti recenti di Gaza e Qana, invita gli italiani e le italiane a «dedicare cinque minuti a questa lettura», pensando che «mentre state leggendo ci sono innocenti che muoiono». Un'iniziativa - spiega il presidente dell'Ucoii Mohamed Nour Dachan, un medico siriano da quasi quaranta anni in Italia e membro della consulta islamica - motivata dal fatto che «davanti ad una tragedia così grave, l'informazione era distorta e non si riusciva a capire chi era l'accusato e chi l'accusatore. E se ci saranno polemiche è perché sono state portate allo scoperto le tragedie israeliane». «La sesta guerra sferrata da Israele contro il Libano - si legge tra l'altro nell'inserzione a pagamento - si sta consumando da ormai un mese con un bilancio agghiacciante di morti, feriti e sfollati. Oltre mille persone hanno trovato la morte in quattro settimane, più di un quinto della popolazione si trova senza un tetto, decine di migliaia sono i feriti». Ai fatti del Libano si accompagnano le notizie di cronaca provenienti dalla Palestina, segnala l'Ucoii citando anche «fonti ospedaliere, confermate anche dalla Croce Rossa», che parlano di «"feriti mai visti prima" denunciando l'uso da parte dell' esercito israeliano, anche di armi al fosforo proibite». E «la morte dei bambini, donne e innocenti sembra essere diventata un fatto ordinario, scontato, che non merita di essere citato, commentato, né tanto meno condannati dai media e dalle sedi della politica internazionale: là dove quest'ultima ha tentato di muoversi, è arrivata implacabile la condanna del veto».