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Bekaa, nell'incursione uccisi 3 hezbollah

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Incontrando a Beirut i due inviati dell'Onu, Vijay Nambiar e Terje Roed-Larsen, incaricati di mettere a punto la prevista visita in Libano del segretario generale Kofi Annan, Siniora ha duramente protestato contro l'incursione israeliana, richiedendo il pronunciamento del Consiglio di sicurezza. E nel pomeriggio, il ministro della difesa Elias Murr si è spinto fino a minacciare una sospensione del dispiegamento dell' esercito nel sud del Libano, se entro stasera non avrà ricevuto «risposte chiare» dall'Onu. Tuttavia l'Unifil, la forza Onu in Libano, ha fatto sapere di «non poter fornire una propria versione dell'incidente» dell'alba di ieri nella valle della Bekaa, poichè «in quell'area non c'è presenza» dei suoi «caschi blu». Una risposta vaga come la minaccia di Murr, poichè il ministro della difesa libanese ha precisato che l'eventuale sospensione del dispiegamento dell'esercito nel sud del Libano potrà essere decisa solo all'inizio della prossima settimana, quando il governo del premier Siniora tornerà a riunirsi. Chi non ha avuto bisogno di pronunciarsi sull'operazione di commando israeliana a ovest di Baalbek, l'antica città dei templi romani nella valle orientale della Bekaa, è stato invece Hezbollah, ben lieto di delegare al governo la battaglia in sede Onu contro la violazione israeliana della tregua denunciata da Beirut, poichè allontana ancor più il confronto interno sul ventilato disarmo del movimento sciita. Non era ancora l'alba, quando da due elicotteri israeliani sono sbarcati altrettanti automezzi blindati nei pressi del villaggio di Budai, una quindicina di chilometri a ovest di Baalbek. Nelle ore precedenti, l'operazione di commando era stata preceduta da intensi sorvoli e raid simulati dei caccia con la Stella di David sulla valle della Bekaa, ma quando gli uomini delle unità speciali israeliane a bordo dei due Humvee si sono diretti verso Budai sono stati intercettati dai guerriglieri di Hezbollah e ne è seguito uno scontro a fuoco, in cui tre miliziani sciiti del Partito di Dio sono stati uccisi insieme a un ufficiale nemico. L'obiettivo dell'incursione israeliana rimane ancora incerto. Alcune fonti libanesi hanno affermato che si sarebbe trattato di un nuovo tentativo di liquidazione del leader di Hezbollah nella Bekaa, Mohamed Yazbeq, tentativo respinto dai suoi uomini come già era avvenuto il 2 agosto quando, sempre nei dintorni di Baalbek, i commando israeliani avevano ucciso 19 civili e catturato cinque sospetti guerriglieri sciiti. Per altre fonti, gli israeliani sarebbero stati invece alla ricerca di depositi di armi di Hezbollah nella zona, ricca di grotte. L'operazione di commando non sembra comunque essere andata in porto, e all'alba i due Humvee sono stati ricaricati a bordo degli elicotteri assieme a due ufficiali israeliani feriti, mentre i portavoce militari di Tel Aviv, come altre decine di volte, hanno genericamente parlato di un'incursione contro l' invio armi a Hezbollah dall'Iran attraverso la Siria. L'effetto politico è stato però immediato, con il rischio di una rimessa in discussione della tregua nelle stesse ore in cui l'esercito libanese - in via di dispiegamento nel sud, dove i soldati schierati sarebbero ormai più di 5.000 - ha preso per la prima volta posizione al valico di Bab Fatuma, nel villaggio di Kfar Kila, nel settore orientale della «linea blu» che, dal ritiro israeliano del maggio 2000, segna il confine con Israele.

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