Castagnetti: «Sul fisco il governo fa confusione»
Lo avevano detto in campagna elettorale, ma subito lo avevano dovuto smentire, ma ora i giochi escono allo scoperto e il viceministro Visco preannuncia la reintroduzione della tassa di successione e l'aumento delle aliquote Irpef. Il conte Dracula è tornato e non ci lascerà neppure una goccia di sangue». Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord e Vice Presidente del Senato. Castagnetti, capogruppo della Margherita alla Camera, chiede al governo di «assumere una strategia univoca sulla riforma dell'Irpef». Insomma «basta con il dibattito fatto di interviste». Tommaso Foti (An) prende di petto invece la riorganizzazione dell'anagrafe tributaria. «Ciò che è abbastanza ridicolo è che ci vogliano far passare per rivoluzionari dati che vengono richiesti da dieci anni. E poi cosa cambia quando so che un contribuente ha un auto Fiat?». Per Foti, «le dichiarazioni dei redditi contengono già tutti i dati necessari (auto, immobili, etc)», per cui, a meno che non si voglia far passare il concetto di «aver preso in giro gli italiani per tutti questi anni facendogli dichiarare queste informazioni, non c'è nulla di innovativo». Bisogna distinguere invece, avverte l'esponente di An, «se si parla di anagrafe tributaria o di un nuovo sistema di riferimento per tassare le persone, cioè togliere il principio di progressività dell'imposta e considerare altri indicatori, come ad esempio l'auto». «Basta col terrorismo fiscale del governo Prodi. Un esecutivo che, fino ad oggi, si è caratterizzato soltanto per provvedimenti punitivi - tra cui l'abrogazione di riforme modernizzatrici varate dal governo Berlusconi - continua a tener fede a una sola parola d'ordine: tassare, tassare, tassare». Lo afferma il deputato Antonio Martusciello, componente della Consulta del presidente di Forza Italia. «È questa - sottolinea - l'unica reale volontà dell'attuale presidente del Consiglio, che sta al governo soltanto con un desiderio di rivincita, sostenuto da ministri e vice Ministri economici che predicano nuove gabelle e uno Stato controllore». Secondo Martusciello «esempio di quanto detto è la posizione del vice ministro Vincenzo Visco, il quale è a favore di un'anagrafe tributaria ad personam da cui traspare l'intento di perseguitare il contribuente: le riforme non possono degenerare in una serie di controlli a tappeto che non faranno altro che far fuggire i capitali e le imprese, compromettendo lo sviluppo».