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UN GRUPPO navale con circa 3.

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Poi, dopo due o tre mesi, l'avvicendamento di questa «forza d'ingresso» con una brigata di circa tremila militari con mezzi blindati, corazzati e aerei senza pilota Predator. È l'ipotesi più recente riguardo alla composizione del contingente italiano per il Libano. Come è stato detto più volte, e ha ribadito in queste ore lo stesso premier Romano Prodi nulla è stato ancora definito. La decisione finale non è stata presa e ci sono diverse variabili da esaminare, anche a livello internazionale. Il ministro della Difesa Parisi, confermando la presenza italiana nella Forza Onu, ha però sottolineato che ci sono diverse domande che attendono oggi «risposte forti e chiare» sui "come" della missione. Insomma, questioni che possono sicuramente incidere sulla stessa composizione del contingente italiano, che potrà dunque dirsi «definito» soltanto quando a tutte queste domande - e probabilmente anche ad altre - sarà stata data la risposta che si attende. E l'ipotesi più recente, secondo quanto appreso dall' Ansa, parla appunto di una prima aliquota, la cosiddetta early entry force che dovrebbe entrare in azione subito dopo il via libero dell'Onu. Questa Forza d'ingresso dovrebbe essere imbarcata su cinque navi della Marina militare, con la portaerei Garibaldi come nave comando. Si tratta dell'ammiraglia della Marina, che è idonea a trasportare un consistente numero di aerei da caccia e elicotteri. Del gruppo navale italiano dovrebbero poi far parte anche una fregata, con compiti di protezione, e tre unità da trasporto anfibio (Lpd): le navi San Giorgio, San Giusto e San Marco (quest'ultima già in navigazione per il Libano con un carico di aiuti umanitari della Protezione civile e due compagnie del reggimento San Marco come «force protection»). A bordo del gruppo navale, sempre secondo questa ipotesi operativa, dovrebbero esserci circa 3.500 uomini: circa la metà costituiti dal personale della Marina imbarcato, mentre l'aliquota operativa, che verrà schierata nell'area affidata all' Italia (ancora non definita), dovrebbe essere composta di 1.000-1.200 uomini. Tra questi, specialisti di varie discipline (trasmissioni, Nbc, Genio, logistica), forze speciali (in particolare Comsubin e Col Moschin), ma il grosso dovrebbe essere costituito dai fanti di Marina del reggimento San Marco (che è stato interamente mobilitato) e da lagunari dell'esercito. Lagunari e San Marco costituiscono, insieme, la neonata Forza Nazionale di proiezione dal mare e al suo debutto in un teatro operativo. Si tratta dunque essenzialmente di una forza di fanteria leggera, i cui compiti dovrebbero essere quelli di controllo dell' area assegnata e di preparazione del terreno all'arrivo del contingente vero e proprio. Circa tremila uomini, sempre stando a queste ultime ipotesi. Una brigata cioè dalle caratteristiche non molto diverse da quella a suo tempo schierata in Iraq. Dovrebbe subentrare dopo circa tre mesi, avvicendando il dispositivo iniziale (compresa la componente navale) che a quel punto è previsto rientri in Italia. La brigata in questione (i nomi che circolano sono sempre quelli della Ariete e della Pozzuolo del Friuli) dovrebbe poter contare anche su uno o due reggimenti di fanteria pesante, meccanizzata e corazzata (con veicolo Dardo e carri Ariete), aliquote specialistiche di vario tipo, carabinieri con compiti di polizia militare e anche velivoli senza pilota Predator dell'Aeronautica Militare.

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