Il segretario di Stato Usa Condoleeza Rice

«Io non penso - sottolinea la Rice nell'intervista - che c'è la pretesa che le forze dell'Onu dovranno fisicamente disarmare Hezbollah. Innanzi tutto è necessario avere un piano per disarmare la milizia e poi la speranza è che molti abbandonino le armi volontariamente». Se Hezbollah fa resistenza alla richiesta internazionale di disarmo, continua il segretario di Stato, «pensiamo che ci saranno altri che definiranno Hezbollah come la definiamo noi, cioè un'organizzazione terroristica». In questo caso, spiega la Rice, Hezbollah sarà isolata dai Paesi europei e da altre nazioni a un embargo sulle armi eviterà che l'organizzazione venga riarmata dai suoi sponsor in Siria e in Iran. Secondo la Rice, l'iniziale schieramento di truppe nella regione avverrà nelle prossime settimane. E i soldati che agiranno sotto l'egida delle Nazioni Unite avranno «un mandato piuttosto robusto». Essi saranno «in grado di difendere loro stessi e di usare la forza per fare piazza pulita nel Sud del Libano di milizie armate» e un primo obiettivo sarà quello di riaprire il porto e l'aeroporto di Beirut. La Rice ha negato che Gli Usa fossero impazienti di vedere Israele attaccare gli Hezbollah. Ma l'amministrazione Bush vedeva il conflitto come opportunità per creare «una situazione sostanzialmente diversa» lungo il confine Israelo-libanese. Secondo il segretario di Stato la potenza militare di Hezbollah è stata molto ridimensionata e la Rice prevede che i vantaggi politici dell'aggressione contro Israele avranbno «vita molto corta». «Dobbiamo aspettare, letteralmente, che la polvere si posi, e poi la domanda che ci si porrà sarà: "esattamente che obiettivo hanno raggiunto?". Essi hanno provocato la distruzione delle infrastrutture e delle abitazioni». E il loro leader, Hassan Nasrallah, «dovrà fare i conti con quanto subito dalle popolazioni del Sud e con le enormi devastazioni che Hezbollah ha causato». Sempre la Rice, in una lettera aperta pubblicata sulla stampa statunitense, afferma che la risoluzione dell'Onu sul cessate il fuoco tra Israele e Libano, con l'invio imminente di caschi blu, rappresenta «un buon primo passo, ma non è altro che un primo passo».