In missione

L'Italia, fin dall'inizio delle ostilità sul confine israelo-libanese, ha dato un contributo importante per la creazione di una base di dialogo nella comunità internazionale e con le parti coinvolte nel conflitto. Il punto più significativo del lavoro della diplomazia italiana è stato la Conferenza di Roma sul Libano, ma il presidente del Consiglio Romano Prodi e il titolare della Farnesina hanno continuamente lavorato, con contatti e colloqui a tutti i livelli, per trovare una soluzione politico-diplomatica alla crisi per far tacere le armi. Da qui, la soddisfazione di Prodi e D'Alema per l'approvazione all'unanimità della risoluzione 1701 sulla crisi libanese da parte del Consiglio di sicurezza. Si tratta, secondo l'Italia, di una «base solida» per una soluzione sostenibile e duratura della crisi e l'avvio di un processo di pacificazione più generale nell'intera Regione. Roma ha sempre messo le Nazioni Unite al centro di una soluzione diplomatica e considera il Palazzo di Vetro il punto di riferimento irrinunciabile per il dialogo politico internazionale. Anche per questo, l'Italia conferma di essere pronta a contribuire al rafforzamento del contingente dell'Onu in Libano con l'invio di un suo contingente, la cui composizione verrà definita, a partire dalla riunione di questa sera a Palazzo Chigi, in questi giorni in parallelo con quelle in corso all'Onu per determinarne nel dettaglio la composizione, l'articolazione ed il mandato. D'Alema giungerà stamane a Beirut ed incontrerà subito il suo collega libanese, Fauzi Salloukh. Successivamente il capo della diplomazia italiana avrà colloqui con il presidente del Parlamento, Nabih Berri e con il primo ministro, Fuad Siniora. Nel tardo pomeriggio il trasferimento al Cairo dove il ministro degli Esteri italiano avrà un colloquio in collega egiziano, Ahmed Abul Gheit. Nella mattinata di domani è in programma invece il colloquio con il presidente egiziano Hosni Moubarak.