di MAURIZIO GALLO UNA SETTIMANA, due giorni, quindici minuti.
Per rapina, per spaccio, per aggressione. Secondo la Lega sono stati 79 i detenuti che hanno beneficiato del provvedimento di clemenza e sono già tornati in carcere. Non molti, su un totale di quasi 15mila (9.286 italiani e 4.896 no). Ma nemmeno pochi, considerando che sono passati appena dieci giorni. Il trenta per cento sarebbero extracomunitari, anche questo un dato «interessante» in tempi di integralismo islamico e di attentati più o meno apocalittici. Cifre che creano preoccupazione. Anche perché, come ha sottolineato il deputato regionale di Alleanza Nazionale Salvino Caputo, «anche se non tutti sono legati ad ambienti terroristici», molti degli stranieri scarcerati si sono visti contestare dalla Digos «comportamenti finalizzati a sostenere soggetti legati al terrorismo internazionale». Per questo Caputo ha chiesto al ministro dell'Interno «l'immediata espulsione di tutti gli extracomunitari che ogni giorno continuano a lasciare le carceri grazie all'indulto». Sempre in base a quanto sostengono i senatori del Carroccio Piergiorgio Stiffoni, Ettore Pirovano e Michelino Davico, inoltre, «c'è da considerare che il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria ha stimato che entro la fine del mese usciranno ben 16-17mila detenuti, duemila in più del roboante annuncio del ministro Mastella». Al di là del discorso statistico, è curioso notare che molti dei «galeotti» tornati liberi non solo non hanno perso il «vizio» ma si sono affrettati a retiterare reati per i quali erano finiti dietro le sbarre. Il record di velocità, finora, appartiene a Paolo De Martino, 34 anni, tratto in arresto con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti a Battipaglia, nel Salernitano. Appena un quarto d'ora prima di finire in manette De Martino era agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Montecorvino Rovella, dove i carabinieri della locale stazione gli avevano notificato il provvedimento di scarcerazione. Era ai domiciliari dal 21 aprile scorso sempre per detenzione di sostanze stupefacenti. Uscito il 3 agosto da Rebibbia, un ventottenne romano in cella per rapina sette giorni dopo è stato «pizzicato» a Rimini e arrestato per lo stesso reato. Giovedì a Verona, invece, le manette sono scattate ai polsi di due veneziani di 29 e 32 anni che avevano aggredito gli agenti di una «volante». Il secondo dei due, pluripregiudicato, era stato scarcerato il primo agosto. A Palermo, Rudy Pantano, 33 anni, era uscito dal carcere da una settimana, quando è stato sorpreso dalla polizia assieme al fratello gemello e arrestato per tentato furto d'auto. A Bologna tre spacciatori sono stati arrestati dai carabinieri nella zona universitaria del capoluogo emiliano. Due delle persone finite in manette - un 38enne sardo e un algerino di 42 anni clandestino - erano state recentemente scarcerate dal carcere bolognese della Dozza, dove erano detenuti per droga, grazie all'indulto. A Milano, tre cileni in galera per furto sono tornati sui loro passi. Usciti di cella, si sono aspettati, ricomponendo il gruppo che nella notte del 6 agosto ha scassinato la tapparella della pasticceria di via Tolstoj. Uno di loro aveva detto chiaramente di non volere la misura di clemenza: «Senza soldi, per la strada, con una famiglia in Cile da mantenere, cosa dovevo fare se non rubare?». Insomma, da Milano a Palermo, è stato tutto uno scarcera-scarcera ma anche un reitera-reitera. E non sono mancati gli episodi che si sono conclusi tragicamente per lo stesso «reiteratore». Venerdì il pluripregiudicato Antonio Izzo, 34 anni, uscito dal carcere di Benevento (dove era detenuto per un cumulo di pene per vari reati) da pochi giorni, nella notte si è introdotto nell'abitazione di F. D. S., 64 anni, scavalcando un muretto che dà su un piccolo giardino. Secondo la ricostruzione fornita dall'anziano, era armato di un badile e si è imbattuto nel padrone di casa. L'anziano sarebbe stato minacciato e gli sarebbero stati chiesti soldi. Izzo, alla risposta negativa di F. D. S., avrebbe