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Amato scontenta anche gli islamici: «Ci difenda»

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L'Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) torna a ribadirlo, all'indomani della maxioperazione antiterrorismo che ha portato all'arresto di 40 sospetti estremisti. Con una lettera aperta al ministro degli Interni Giuliano Amato, il portavoce del consiglio direttivo dell'Ucoii, Hamza Roberto Piccardo, esprime «delusione e amarezza». Di più: chiede al responsabile del Viminale di dire a chiare lettere che «noi musulmani stranieri e italiani siamo risultati estranei ad ogni attività suscettibile di mettere in pericolo la sicurezza collettiva e l'ordine pubblico». In allegato alla lettera, un lungo documento dal titolo inequivocabile («I musulmani d'Italia contro il terrorismo»), approvato dalle associazioni islamiche italiane alla fine di luglio, quando in tutta Italia c'erano state perquisizioni in moschee e centri islamici alla ricerca di armi ed esplosivi. L'intelligence britannica non aveva ancora sventato gli attentati da commettere a bordo di aerei Usa e inglesi. Ma la pressione che la comunità islamica sente da tempo su di sè viene giudicata «indebita». L'Ucoii, i rappresentati delle associazioni islamiche e gli imam delle moschee italiane citano sei passi del corano per spiegare il perchè un buon islamico non può e non deve essere un terrorista. Innanzitutto vi è un obbligo morale di «ordinare il bene e condannare il male». Lo impongono la rivelazione coranica e la prassi del Profeta Maometto. Perciò, è da considerarsi una «fitna» (inversione malefica) ogni comportamento che «scientemente nuoccia alla sicurezza collettiva e tenda a destabilizzare le società, introducendo elementi di insicurezza o rischio collettivi o rischi collettivi», e questo vale per «ogni forma di terrorismo, guerra civile e aggressione contro le creature innocenti». E ancora: l'Ucoii è convinta che, seppure siano «inopportune ed ingiuste» alcune leggi introdotte negli Stati occidentali, come ad esempio quella francese che vieta il foulard islamico nelle scuole, queste «non inficiano il quadro di eguaglianza di fronte alla legge», pertanto i musulmani sono «tenuti al rispetto della legge generale, alla lealtà e alla collaborazione nei confronti delle istituzioni che le garantiscono». Certo, non può e non deve mancare la solidarietà ai musulmani «sottoposti alla dura prova della guerra e del terrorismo», ma questa deve esprimersi attraverso «un'azione informativa, di lobbing, o di massa per esercitare pressione politiche mediante legittime forme di protesta previste nell'ordinamento democratico». Ma vige l'«assoluto divieto di fornire supporto materiale o anche solo logistico, verbale o appoggio morale a persone di cui si potesse ragionevolmente sospettare attitudini o convinzioni aberranti» sull'uso della violenza. Ecco perchè l'Ucoii - nel documento allegato alla lettera inviata ad ministro dell'Interno - condanna in maniera assoluta incontrovertibile« le azioni che conducono a stragi o che mirano alla destabilizzazione delle società, e respinge le rivendicazioni di azioni terroristiche che «usano strumentalmente e blasfemamente le parole del Corano e del Profeta». Dalll'opposizione arriva invece l'avvertimento a non abbassare la guardia. Per il senatore di An Gustavo Selva «Prodi e i ministri non dovrebbero illudere gi italiani che, rallentando o capovolgendo o imbrogliando gli impegni presi dal governo Berlusconi con la Nato, l'Onu, l'Unione Europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito, gli obiettivi di sicurezza e di pace per gli italiani siano più o meglio realizzabili». Per Selva «la guerra del terrorismo contro l'Europa e gli Stati Uniti è una guerra globale». Per il segretario della DC Gianfranco Rotondi «vanno convocate urgentemente le Camere dopo la decisione sulla forza multinazionale per il Libano. Sarebbe offensivo per l'opinione pubblica se il Parlamento, per una questione di carattere tecnico, non fosse convocato. Il mio appe

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