E Cl adesso prepara il «processo»
Rutelli, Mastella e Bindi cercano di recuperare il rapporto con il mondo cattolico
Un rapporto da recuperare. Lo hanno capito almeno tre rappresentanti di rilievo dell'esecutivo a guida prodiana. Tutti moderati, naturalmente, e due su tre di estrazione cattolica. A cominciare è stato l'ex radicale Francesco Rutelli. Il vicepremier è stato molto esplicito. «A tratti nell'Unione si dimentica quel che aveva capito Togliatti, che con i cattolici non bisognava fare solo un compromesso ma comprenderne il radicamento», ha detto in un'intervista. Rutelli è preoccupato perché a una parte della coalizione «sembra sfuggire la comprensione del ritorno ad una chiesa di popolo». E non ha dubbi: l'Unione deve dialogare con i cattolici e non puntare a «competere» con la Chiesa. Parole, quelle del ministro dei Beni Culturali, che hanno raccolto critiche e consensi. Le prime sono giunte, ovviamente, dall'ala radicale della maggioranza, come il Pdci e la Rosa nel Pugno. Per Daniele Capezzone Rutelli è «schiacciato su posizioni non laiche in materia di libertà individuale». Secondo l'ex presidente del Pdci Armando Cossutta è «rozzo e strumentale richiamare Togliatti per ciriticare la sinistra democratica». Al contrario, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ritiene che Rutelli ponga un problema serio e concreto. La sinistra - è la tesi del leader Udeur - deve recuperare la migliore tradizione togliattiana sul piano del rapporto con il mondo cattolico. Ci sono, però, sempre secondo Mastella, alcuni settori del mondo cattolico che hanno un'ostilità preconcetta verso il centrosinistra. Nei Ds prevalgono due atteggiamenti contrapposti: da un lato chi, come il coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca è pronto al confronto sull'etica pubblica nell'ambito del percorso da fare per la costruzione del Partito Democratico; dall'altro chi, come Gloria Buffo, si chiede come la Quercia possa pensare a un partito con Rutelli su queste basi se «il Vaticano coincide con i cattolici e si è fuori dal socialismo europeo». Un dibattito in cui, giovedì sulle colonne del Tempo, è intervenuta anche Rosy Bindi. Anche il ministro della Famiglia sottolinea che «non si può prescindere dai valori della dottrina sociale della Chiesa per fare politica». Un dibattito che sarà sicuramente al centro di alcuni incontri al prossimo meeting di Comunione e Liberazione, al quale prenderanno parte sia Rutelli sia Mastella, oltre che Marini. Ma a Rimini non basteranno le promesse e i buoni intenti. E, in generale, il mondo cattolico non si accontenta di parole. Vuole i fatti. «Il problema è che ci sia un'effettiva apertura sui contenuti di fondo e non solo una cosa formale - spiega Maurizio Lupi, deputato di Forza Italia e ciellino doc - Queste dichiarazioni devono tradursi in fatti e in atti parlamentari con leggi a difesa di certi valori, quali la famiglia, la vita, la libertà, la sussidiarietà. Quindi misureremo le affermazioni degli esponendi di centrosinistra al governo sul terreno della concretezza. Fino ad oggi, però - continua Lupi - dal Parlamento segnali positivi non ne sono venuti. Non è stato un segnale positivo la mozione al Senato sulla fecondazione assistita, non lo è stato la delega a Cossutta. Avrebbero potuto, infatti, segnalare una persona diversa all'interno della loro coalizione. Insomma i cattolici sono aperti al dialogo e al confronto. Ma un percorso comune si costruisce sui contenuti, non sulle astrazioni».