di FABRIZIO DELL'OREFICE «LA DERIVA zapaterista è iniziata.
Carlo Casini lancia l'allarme, ma avverte anche i cattolici del centrosinistra: «Condividiamo obiettivi e ideali, collaboriamo». Insomma, una critica e un invito da parte del presidente del Movimento per la Vita (ed eurodeputato Udc) rivolto a Rutelli, Mastella e Bindi che hanno denunciato come l'Unione abbia avuto una scarsa attenzione, o una timidezza, nei confronti del mondo cattolico e al tempo stesso ci sia stata un pregiudizio da parte della Chiesa nei confronti del centrosinistra. Onorevole, come giudica queste dichiarazione dei cattolici del centrosinistra? «Sono ispirate alla Realpolitik. Mi auguro che alle parole seguano fatti concreti sui temi verso i quali c'è sensibilità da parte del mondo cattolico». Quali, in particolare? «Bioetica, vita, famiglia, scuola. Su questi vorrei vedere un impegno che vada oltre le parole». Scusi, lo faccia lei uno sforzo. Un esempio concreto? «Concretissimo. Vedo che il centrosinistra si vuole ispirare alla solidarietà, principio sul quale si pensa anche di creare un nuovo partito. Benissimo. Aggiungono: solidarietà verso i deboli e i poveri. E allora domando: quale migliore occasione di essere solidali con chi è più debole e più povero?». A chi si riferisce? «Mi riferisco all'esere più indifeso, colui che si trova tra il nulla e l'esistenza, colui che deve nascere. Perché non si battono contro gli aborti? E sulla verifica della legge? E penso anche alla ricerca sulle staminali». Prodi è intervenuto, non bastava? «L'unico punto su cui era necessario ed urgente pronunciarsi è la sperimentazione distruttiva sugli embrioni congelati. In Europa mancano solo tre voti per costituire la minoranza di blocco e la scelta dell'Italia vale da sola 29 voti. Su questo la mozione di maggioranza tace, decisamente meglio sarebbe stato votare la mozione di minoranza respinta invece per un solo voto». Insomma, pensa che il centrosinistra abbia fatto troppo poco? «Dall'Unione sono venute delle provocazioni. Sull'aborto, sulla legge 40...». C'è una deriva zapaterista, insomma? «Diciamo che è già iniziata. Spero si possa fermare, possiamo farlo. Penso che tutti coloro che condividono i valori dell'antropologia cristiana non devono perdere tempo, devono allearsi subito». Sui valori si possono realizzare le larghe intese? «È chiaro che io immagino un accordo di tipo strategico. Attenzione, ho detto: strategico, non occasionale. Un'intesa sugli obiettivi e sugli ideali». Nel partito democratico o in un altro soggetto? «Il punto non è come si deve chiamare. Ma non è lo stesso partito democratico che sogna la Bindi». Senta, Casini, Rutelli e Mastella sono già un «partito unico del centro»? «Forse, ma certamente da soli non potrebbero governare. Potrebbero invece far cadere un governo». E lo faranno? «Non lo so, non faccio il profeta. Sento tante cose, si dice che questo governo finirà con la Finanziaria. Quello che conta è, ripeto, difendere i nostri valori». Ma su quali punti lei pensa che ci possa essere intesa? «Sulla vita, con le riforme dei consultori e del volontariato; sulla famiglia, visto che noi da tempo ci battiamo per il quoziente familiare; sulla scuola, in particolare quella non pubblica». Be', per la verità il ministro dell'Istruzione ha rinominato il suo dicastero ripristinando la dicitura "Pubblica Istruzione"... «Capirà quanto è importante quella privata, spesso funziona meglio statale e riesce a svolgere un maggior servizio pubblico». In conclusione, dal centrosinistra contro il mondo cattolico sono arrivate solo provocazioni sporadiche. Non crede? «E la decisione di Mussi sulle cellule staminali in see europea non è un atto concreto? E non lo è anche quello che vuole fare la Turco sulla pillola abortiva Ru486? E la voglia di rivedere la legge sulla procreazione assistita? no, non ci sono state solo parole».