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L'attacco di Famiglia Cristiana al governo

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Pessina: «Aggirata la legge 40 Ignorati i diritti dell'embrione»

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«Sarebbe perlomeno ingenuo non collegare questa nomina alle precedenti scelte dell'attuale governo che, attraverso le decisioni del ministro per l'Università e la ricerca Fabio Mussi, ha mostrato di promuovere una strategia tesa ad aggirare i divieti posti della Legge 40 a tutela della vita umana embrionale». Così, in un Primo piano a firma di Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell'Università Cattolica, il settimanale Famiglia Cristiana, torna sulle polemiche che hanno accompagnato l'incarico affidato dal ministro della Salute Livia Turco all'ex deputata del Pdci Maura Cossutta sulle linee guida della legge sulla procreazione assistita. Rispondendo all'affermazione del ministro Livia Turco, che ha liquidato la discussione con poche parole bollandola come «una polemica sul nulla», Pessina afferma che si tratta di «quel nulla che stanno diventando il rispetto e la tutela dell'embrione umano, diventati oggetto di variegati desideri, progetti e diritti altrui, da quelli degli aspiranti genitori a quelli dei ricercatori che ne vorrebbero ricavare cellule staminali, per finire, attraverso strazianti strumentalizzazioni, a quelli dei malati che reclamano sperimentazioni in favore della loro guarigione». Secondo Pessina, che entra nel merito del problema, «la Legge 40 è stata pensata per permettere alle coppie sterili di avere un figlio, e un figlio inizia a esserci quando si forma allo stato embrionale». E «chi polemizza contro la Legge 40 - aggiunge il direttore del Centro di Bioetica - fa valere le preoccupazioni per la salute della donna, le esigenze dei medici e dei ricercatori, ma si dimentica dei diritti dell'unico soggetto che non può rivendicare diritti, e cioè dell'essere umano allo stadio embrionale».

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