Il ministro della Famiglia Rosy Bindi «Bisogna ristabilire un dialogo serrato»
Le larghe intese? Non credo siano possibili. Finchè non è risolto il conflitto d'interesse non ci sono le condizioni per accordi politico-istituzionali corretti». Il ministro della Famiglia Rosy Bondi è in vacanza a Cortina e tra una ferrata e l'altra (a dispetto di chi ironizza sul suo fisico non solo si è messa a dieta ma coltiva anche un'indole sportiva) segue con attenzione in dibattito politico. «Sono vacanze un po' risicate. Ho appena fatto due interviste, domenica sarò a un dibattito, si può ancora parlare di ferie?» Eppure ha l'aria rilassata tant'è che si lascia andare anche a qualche confidenza personale. Si schermisce di fronte alla domanda di un nuovo amore nella sua vita («la mia situazione è come la maggioranza non vedo cambiamenti all'orizzonte») e rivendica la tranquillità di una esistenza da single («Che vuole alla mia età, tante amicizie, affetti ma niente di più») Eppure sì, che ci tiene al fisico se, come dice, ha buttato via cinque chili e senza nemmeno tanti sacrifici. Così preferisce subito allontanare il boccone indigesto delle larghe intese. Quello delle larghe intese è un tema che mi sembra non l'appassioni tanto. O sbaglio? «Credo che l'Italia non sia il Paese giusto in cui sperimentare formule di altri Paesi perchè non ci sono le condizioni. Il centrodestra non ha un unico interlocutore anzi è in atto una dura competizione per la leadership». Ma allora è possibile la convergenza di forze politiche centriste che si ispirano ai medesimi valori? «Convergenze per il bene del Paese sono sempre possibili non solo tra forze centriste. Il Parlamento dovrebbe essere il luogo dove creare intese istituzionalmente corrette su provvedimenti che aiutano l'Italia». C'è chi come Mastella non rinuncia al progetto di un Grande centro. Lei ci crede? «Non ci sono le condizioni. C'è un bipolarismo. Io mi auguro che nessuno abbia nostalgie del passato». Questo governo ce la farà a governare per 5 anni? «Difficoltà e ostacoli ne abbiamo già incontrati e ne incontreremo molti ma io credo che questo governo abbia la possibilità di lavorare per 5 anni e nessun cambio di maggioranza possibile senza elezioni». In caso di crisi si va a votare o è meglio governo tecnico? «Perchè mi vuole fare parlare di un'ipotesi che non esiste?» Non teme le imboscate della sinistra sulla Finanziaria? «Cercheremo di costruire una Finanziaria con tutta la maggioranza dialogando anche con l'opposizione». Prodi prefigura una manovra non emendabile. Non si espropria così il Parlamento delle sue prerogative? «In molti Pesi europei la non emendabilità della Finanziaria è prevista dalla legge. La Finanziaria è l'atto qualificante di un governo e non si capisce perchè debba essere esposta allo stillicidio di contrattazioni o di emendamenti parziali. Non ci vedrei niente di strano. Ma andrebbe discussa molto bene con la maggioranza e ricercato un dialogo con le parti sociali e l'opposizione». L'aumento del gettito fiscale rende possibile una manovra più soft? «Credo che con l'aumento delle entrate fiscale possiamo percorrere con meno affanno la strada che abbiamo intrapreso ma le grandi scelte non si cambiano. Se c'è una boccata d'ossigeno andrà a sostenere rigore, sviluppo e equità. Va fatta la Finanziaria che ci vuole, occorre mantenere alta la guardia». Ma siccome ci sono soldi in più lei chiederà qualcosa per il suo ministero? «Quanto ho chiesto per le politiche per la famiglia e già stato recepito nel Dpef. Mi riferisco al sostegno alla natalità con l'assegno per i bambini che nascono da 0 a 3 anni, conciliazione dei tempi di lavoro soprattutto per le donne, reti di servizi per l'infanzia e fondo per l'autosufficienza per gli anziani. Ora mi aspetto un segnale per la Finanziaria». Il patto proposto da Fini sulla Finanziaria la convince? «Mi è sembrato un po' una provocazione. Comunque se Fini fa sul serio noi chiaramente non ci sotrarremo a un dialogo istituzionale. Anzi lo provocher