Il premier corteggia la sinistra estrema «No a lacrime e sangue»
Le difficoltà in Parlamento e il reiterato ricorso alla fiducia sembrano preistoria se il premier è convinto che potrà emulare Berlusconi quanto a durata della legislatura. «Berlusconi ha governato cinque anni. Io sono sicuro che lo potrò fare ma dobbiamo avere una legge che lo permetta sempre come una regola del Paese». Il che significa rimettere mano alla legge elettorale. Non solo. Prodi ammorbidisce i toni del giorno precedente in cui aveva ribadito che l'aumento delle entrate tributarie non avrebbero cambiato di una virgola la Finanziaria. Alla sinsitra estrema che chiede di allentare i cordoni dice che «non sarà una manovra da lacrime e sangue ma il Paese va riformato». Ribadisce che l'obiettivo è di «ritornare tra i paesi guida. Allora è chiaro che dobbiamo mettere a posto la spesa pubblica e se ci sono delle risorse aggiuntive, come gli ultimi dati dimostrano, debbono essere impiegati per la ricerca, contro il precariato, per lo sviluppo, per aiutare coloro che sono in condizioni economiche più terribili». «Quindi -dice- se ci sono risorse debbono essere per il grande sviluppo del Paese e per l'equità». Il premier poi affronta il tema del partito democratico e delinea una strategia di lungo periodo. «È un progetto lungo, si fa un passo alla volta». Critiche alla maggioranza da tutta la Cdl. Il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, attacca: «È evidente che la maggioranza e il governo devono farei conti con i problemi della politica economica e della politica estera. Se, come affermano il presidente del Consiglio, Prodi e il ministro del Tesoro, Padoa-Schioppa, la finanziaria deve essere di 35 miliardi di euro allora, anche con l'aumento del gettito fiscale verificatosi, non si scappa da ciò che ha detto il governatore della Banca d'Italia al congresso dell'Abi: o si aumenta la pressione fiscale o devono essere tagliate le spese nella sanità, nelle pensioni, negli enti locali». «Siamo proprio curiosi -aggiunge l'esponente azzurro- di vedere se la maggioranza sarà in grado di realizzare un'operazione di questo tipo». Anche Alleanza nazionale si scaglia contro il governo. «Come fa il presidente del Consiglio a dire che una Finanziaria di 35 miliardi di euro non sarà lacrime e sangue?» chiede Gianni Alemanno. La chiave di questa magia, sostiene l'ex ministro, «potrebbe essere il misterioso discorso sulle riforme che Prodi ha fatto subito dopo. Se le riforme saranno infatti uguali a quelle introdotte dal decreto Bersani, il messaggio di Prodi si fa molto più chiaro: la maggioranza si sforzerà di concentrare i sacrifici soltanto sui ceti sociali che considera arricchiti in base ai propri schemi ideologici». Insomma, sottolinea l'esponente di An, «il rebus di una finanziaria da 35 miliardi di euro senza sacrifici si risolverà in un nuovo poderoso attacco al ceto medio italiano, ma nonostante tutti gli sforzi di Visco e Bersani sarà ben difficile trovare una simile somma solo dal ceto medio». Per l'ex ministro di An Mario Landolfi «la prossima Finanziaria sarà la madre di tutte le battaglie non solo fra i due poli ma soprattutto nella maggioranza, tra chi vorrà blindarne il testo attraverso il ricorso al voto di fiducia e chi invece la utilizzerà per lanciare un ponte all'opposizione. In ogni caso - conclude Landolfi - il destino del governo è appeso ad un filo».