Cresce l'industria Ma arrivano lacrime e sangue
I protagonisti del «tira e molla» sono sempre gli stessi: Prodi e l'Ulivo da una parte, l'ala della sinistra radicale dall'altra. A meno di ventiquattro ore dall'appropriazione Prodiana dell'inversione di tendenza sulle entrate tributarie, Enrico Morando (Ds), ha fatto sapere il suo parere in merito, sostenendo che: «Una cosa va detta, ed è che a legislazione vigente, cioè quella del 2006 e quindi prevista dal centrodestra, il gettito migliora e dunque Tremonti non ha fatto solo cose negative, non c'è ragione di negarlo». A dare man forte all'operato dell'ex ministro all'economia Tremonti, dopo i dati sulle entrate tributarie, ci sono quelli sulla produzione industriale, che ha ripreso a marciare chiudendo il semestre con un +2,5%. Dopo la battuta d'arresto di aprile (-8,2%) e l'inversione di tendenza di maggio (+2,9%), a giugno l'indice - segnala l'Istat - ha registrato un aumento del 3,7% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso e dello 0,1% rispetto a maggio, consentendo così di chiudere i primi sei mesi in terreno positivo (+2,5%). E le prospettive per i prossimi mesi sono positive: l'Isae prevede infatti per il prossimo trimestre un incremento del 2,5%. Una «boccata d'ossigeno», ha commentato il premier Prodi, anche se, avverte cauto, «una rondine non fa primavera». Ma sulla scia dei dati positivi sul fronte delle entrate tributarie e su quello della produzione industriale, l'ala della sinistra radicale ieri ha chiesto una manovra che limiti i tagli alla spesa pubblica. Ma Prodi ha risposto con un secco «no». Il premier e l'Ulivo hanno replicato insistendo sulle linee del rigore già tracciate dal Documento di programmazione economica e finanziaria. La Finanziaria sarà dunque come annunciato dal Dpef e cioè di 35 miliardi. Insomma, Prc chiede un vertice di maggioranza prima della ripresa dei lavori parlamentari e il sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni incalza: «La maggioranza deve valutare le novità del sistema economico. Alla luce di queste novità, la mia idea di stabilizzare il debito, invece di abbatterlo, acquista più concretezza con l'ipotesi di una Finanziaria più leggera, anche della metà». Per i Comunisti italiani, il capogruppo alla Camera Pino Sgobio invita il Governo a non parlare più di tagli a pensioni e sanità perchè lavoratori e pensionati devono beneficiare delle entrate tributarie non previste. Più prudente il Verde Paolo Cento, sottosegretario all'Economia, secondo il quale è vero che le nuove entrate garantiranno un'equità sociale più chiara, ma la manovra dovrà tuttavia perseguire l'obiettivo del rigore. Ma l'ala riformista del centrosinistra non è sulle stesse posizioni di Prc e Pdci e già si profila un dibattito impegnativo. Non a caso Prodi ha proposto diversi tavoli di concertazione oltre che con le parti sociali anche con i partiti dell'Unione e ha assicurato un confronto serrato con i gruppi parlamentari di maggioranza. Il presidente della commissione Bilancio del Senato, il diessino Enrico Morando, dice che l'approccio di chi chiede una Finanziaria meno pesante «è proprio sbagliato», e un altolà arriva anche da Paolo Giaretta, Margherita, sottosegretario allo Sviluppo economico: «Dobbiamo fare interventi strutturali, di lungo periodo, che non possono essere legati a fatti, seppur positivi, come una ripresa economica». Insomma, nel centrosinistra cominciano a emergere opinioni differenti sui contenuti della prossima manovra e la Cdl è pronta a inserirsi nel dibattito. Se per il leghista Roberto Calderoli si tratterà comunque di un testo «lacrime e sangue», «Le scintille tra Prodi e i suoi alleati della sinistra estrema - osserva il presidente dei senatori azzurri Renato Schifani - sono l'anteprima del film drammatico che andrà in onda in autun