Le reazioni nel centrodestra
Pier «riconosce» il Cavaliere Ma An e Forza Italia sospettano
Anzi, le reazioni che arrivano dagli alleati, suonano come una stroncatura della nuova fase che il leader dell'Udc vorrebbe aprire.A nulla serve il fatto che l'ex presidente della Camera, nel chiedere la fine di ogni pregiudiziale nei confronti di Prodi, riconosce la leadership del Cavaliere («Potremmo mai accettare noi del centrodestra una pregiudiziale su Berlusconi?»). Da Forza Italia, Lega e An non arrivano applausi. «Non vediamo quale nuova fase possa avere come protagonista Prodi, che rappresenta proprio la quintessenza della fase attuale, che è fortemente negativa e va ad ogni costo superata», è il secco commento di Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore degli azzurri. Ma è con An che la «rottura» è più fragorosa. Anche perché le parole di Casini è sottolineato da un'altra intervista, quella in cui Gianfranco Fini (al Giornale) dice che la lista unica del centrodestra nel 2009 va fatta a tutti i costi, anche senza l'Udc. Un monito che fa esultare i «berluscones» di via della Scrofa. Maurizio Gasparri saluta la «solida» intesa tra Fi e An e seppellisce il «cosiddetto subgoverno». «Quanto la sinistra applaude, mi viene sempre il dubbi: dove avremo sbagliato?», sorride Ignazio La Russa, che però non sbarra la strada all'Udc («Non vedo distanze abissali tra noi e loro»). Anche Urso prende le distanze da Casini: «L'agitarsi dell'Udc è una tempesta in un bicchier d'acqua». Forse proprio per questo Casini fa replicare a Rocco Buttiglione che il partito unico Fi-An sarebbe un bene perchè renderebbe «più importante» il ruolo dell'Udc come cerniera per gli elettori moderati. Come dire, provateci e a guadagnarci saremo noi. Quanto alla maggioranza, tutti d'accordo sul no a un governo di grandi intese (Prodi o non Prodi), ma le risposte divergono tra ulivisti e sinistra. Quella di Casini è »una polpetta avvelenata«, dice il Verde Paolo Cento; mentre Marco Rizzo (Pdci) vede gli ex democristiani «pronti a tutto per restare al potere», Nello Formisano (Idv) sottolinea che la maggioranza ha dimostrato in questi mesi di essere autosufficiente e il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio chiede che il dialogo non sia in realtà un «papocchio istituzionale». Altri toni da Ds e Margherita. Il no a veti su Prodi è «una novità importante» per il dalemiano Peppino Caldarola, che non vede «furbizie» nelle parole di Casini. Apprezzano anche Pierluigi Castagnetti e Renzo Lusetti, due che il leader centrista lo conoscono dai tempi della Dc: nessun inciucio, ma dialogare per sui grandi temi di interesse nazionale (magari anche sulla finanziaria) non è solo utile ma necessario. E poi, per un dialogo «è giusto partire da Prodi», nota Roberto Villetti della Rosa nel Pugno, e l'Unione non può certo dividersi tra favorevoli e contrari al dialogo.