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De Benedetti scarica Rutelli e la corsa alle poltrone

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A criticare «la politica delle poltrone» è Eugenio Scalfari che in un editoriale se la prende con la logica di mettere ai vertici degli enti pubblici i tecnici di area. E dice che il centrosinistra non dovrebbe praticare questa logica. Scalfari poi fa tre esempi della «politica delle spoglie»: la Rai con un cda espressione delle segreterie di partito e degli apparati di corrente; il caso del medico e scienziato Francesco Cognetti; il presidente delle Fs. Scalfari si sofferma in particolare sulla questione della nomina del presidente delle Ferrovie dicendo che il ministro Padoa Schioppa, d'intesa con Prodi, ha offerto l'incarico a Fabiano Fabiani, attuale presidente dell'Acea. L'editorialista sottolinea che Fabiani aveva posto come condizione per accettare che i cda delle società controllate dalle Fs siano nominate dal presidente e dall'ad della holding senza interferenze politiche. Scalfari sottolinea che «Rutelli si oppone alla nomina di Fabiani» e conclude dicendo che «Fabiani è stato escluso non per appartenenza politica non gradita ma per desiderio di immettere nelle società controllate amministratori non appartenenti. Come dovrebbe essere». Più chiaro di così. Vediamo come stanno le cose negli altri enti. L'assalto alla Rai. Nel mirino c'è il consiglio d'amministrazione. Qui la maggioranza ce l'ha ancora il centrodestra e per scardinare questo equilibrio il centrosinistra avrebbe voluto rimuovere Angelo Maria Petroni, consigliere nominato dal Tesoro. Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa al momento fa orecchie da mercante. Di aprire il dossier Rai non ne ha nessuna voglia e lascia che della situazione se ne occupi il ministro delle Comunicazioni Gentiloni. Al momento è tutto rinviato a ottobre. Solo se il centrosinistra riuscirà a avere la maggioranza in cda potrà procedere alle altre nomine a cascata a partire dai Tg. Nonostante questo impasse, il centrosinistra non è stato con le mani in mano. Anzi. Così ha messo Wilfredo Agnese ai palinsesti e Giuseppe Pasciucco ai diritti sportivi. Cinecittà holding. La Margherita non ha perso tempo e ha insediato Alessandro Battisti come presidente e Francesco Carducci come amministratore delegato. Beni Culturali. Anche qui la Margherita ha messo alla guida del Consiglio Superiore il direttore della Normale Salvatore Settis. Ha poi nominato 18 vertici degli enti lirici tra cui figura anche Gigliola Cinquetti. Istituto Luce. Qui i Ds hanno insediato l'ex senatore Stefano Passigli. Sanità. Il ministro della Salute Livia Turco è quella che si è data più da fare nello spoil system sostituendo i direttori scientifici di due importanti istituti di cura di rilevanza internazionale: il Regina Elena e il San Gallicano. Francesco Cognetti è stato sostituito da Paola Muti mentre Mauro Picaro ha lasciato il posto a Aldo Di Caro. Ed è stata proprio la rimozione di Cognetti a aprire il caso delle lottizzazioni del centrosinistra con una polemica che ha attraversato i due schieramenti. CNR. Il presidente Fabio Pistella è stato sfiduciato dal ministro dell'Università Fabio Mussi. E per toglierlo dal CNR il ministro Bersani ha deciso di nominaro commissario dell'Authority dell'Energia. Così la poltrona di presidente del CNR resta vacante. I candidati al momento sono due: Lucio Bianco, fratelo del Dl Gerardo e Carlo Rubbia. Le mani sull'Anas. Il centrosinistra ha dimissionato il cda presieduto da Vincenzo Pozzi e ha sostituito tutti e cinque i consiglieri. Il presidente è Pietro Ciucci. Nel cda ci sono i due dipietristi Sergio Scicchitano e Enrico Della Gatta, il Ds ex senatore Uberto Siola e il tecnico Eugenio Pinto. Alitalia, Poste e Fs. Qui le nomine sono in stallo non perchè il centrosinistra ci abbia rinunciato ma perchè Ds e Margherita non hanno ancora trovato un accordo. Trasporti. I Ds hanno messo Mario Virano come commissario straordinario per l'approfondimento degli aspetti ambientali della Tor

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