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Libero con l'indulto, la Germania ce lo rispedisce

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sei detenuti usciti dal carcere senza avere le carte in regola per ottenere il condono della pena, mentre proseguono, intanto, un po' a macchia di leopardo, le «imprese» degli ex carcerati più esposti al rischio di recidiva ed emarginazione: questo il bilancio del quinto giorno dall'approvazione del provvedimento di clemenza. A Monaco di Baviera si è andati molto vicini all'incidente diplomatico tra la polizia italiana e quella tedesca, stizzita per l'arrivo - quasi a mezzanotte di mercoledì - di un sospetto terrorista islamico (condannato a sei anni per traffico di documenti falsi in associazione) accompagnato da tre nostri agenti. Secondo quanto riferisce una anticipazione del settimanale Focus, la polizia bavarese non ha preso bene il fatto che il tunisino Lased Ben Heni, 37 anni, arrestato a Monaco nel 2001 e estradato in Italia, sia stato «restituito» in piena notte. La circostanza viene definita una «manovra della giustizia italiana di espellere Ben Heni in Baviera a un'ora molto tarda. La reazione della Germania è stata immediata, l'uomo, conosciuto come "Mohamed il tedesco" è stato rimandato in Italia, giovedì mattina, su richiesta del ministero dell'Interno tedesco. Ma la polizia italiana non accetta le critiche perchè il tunisino, in base alla convenzione di Dublino, andava riconsegnato alla Germania dove aveva ottenuto asilo. Solo giovedì mattina le autorità di Berlino gli hanno revocato il beneficio. Ora il Viminale ha avviato le procedure per l'espulsione di Ben Heni. Un altro complice del tunisino, anche lui scarcerato per l'indulto, è trattenuto in un centro temporaneo di accoglienza in attesa di rimpatrio. Entrambi fanno parte di quel «gruppo limitato di persone che stanno nelle dita di due mani» che il ministro dell'Interno, Amato aveva annunciato sarebbero state espulse in base alla nuova legge antiterrorismo. Continua intanto il lavoro per le forze dell'ordine chiamate ad un maggior controllo del territorio dopo il provvedimento di clemenza. I questori di tutta Italia si sono visti arrivare sei provvedimenti di carcerazione e hanno partecipato alle ricerche di altrettanti detenuti scarcerati per errore dalla Procura di Brescia. Forse per l'eccesso di lavoro dell'ufficio matricola, forse per disattenzione, dal carcere di Brescia sono stati fatti uscire due stranieri e quattro italiani, tutti di elevata pericolosità sociale. Quattro sono stati ripresi: un cinese accusato di sequestro di persona, un violentatore marocchino, e due italiani. Sono stati i carabinieri a Torino a salvare dal suicidio un giovane di 27 anni, Umberto M., appena uscito dal carcere per l'indulto. Il ragazzo - accusato di reati contro il patrimonio - voleva gettarsi da un ponte della periferia nord. «Ho troppi problemi, non ce la faccio» ha detto alla pattuglia di militari impegnata in controlli notturni. È stato portato all'ospedale.

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