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Traffico e parcheggi Ora può decidere direttamente il sindaco

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Il riconoscimento dello «stato di emergenza ambientale a Roma per traffico e mobilità», decretato dal Consiglio dei ministri e annunciato dal sottosegretario Enrico Letta, significa poteri speciali per il sindaco Veltroni. Quegli stessi richiesti da anni e da anni riconosciuti a città quali Milano, Palermo e Catania. Non tarda ad arrivare il commento del diretto interessato, «finalmente Roma avrà quei poteri speciali che altre città avevano già avuto - ha dichiarato Walter Veltroni - e tutto questo grazie al Governo Prodi che ha tempestivamente mantenuto gli impegni presi per la Capitale assunti già ai tempi della campagna elettorale». E proprio in piena campagna elettorale Romano Prodi e Walter Veltroni, siglarono negli uffici dell'Unione di piazza Ss. Apostoli l'«accordo» per la concessione dei poteri speciali, un impegno da onorare entro i primi cento giorni di governo. E così è stato. Anche se, dal punto di vista squisitamente tecnico, al decreto di ieri mattina deve far seguito un'ordinanza specifica per conferire poteri speciali al sindaco in materia di interventi e opere strutturali per la mobilità e il traffico, al fine di ridurre l'inquinamento atmosferico. Un semplice passaggio tecnico, in cui mettere su carta bollata la nuova stagione amministrativa della Capitale. Il conferimento dei poteri, infatti, significa innanzitutto semplificare e velocizzare le procedure decisionali dell'amministrazione. Non ci vorranno più degli anni per decidere un parcheggio sotterraneo, una nuova corsia preferenziale o per stabilire la trasformazione pedonale di un'area. La «rivoluzione», infatti, pur trattandosi di ambiente e mobilità, consiste piuttosto nelle deroghe urbanistiche, procedurali e nei rientri economici legati all'«emergenza». Una volta che il sindaco diventerà anche «commissario», infatti, potrà ad esempio utilizzare gli ausiliari del traffico per inasprire la vigilanza e le sanzioni rispetto alla sosta, e non solo quella tariffata, si potranno autorizzare direttamente le aziende di trasporto pubblico ad acquistare mezzi a basso impatto ambientale. Poteri speciali sul traffico e sulla mobilità significa poi poter mettere mano anche sui bus turistici inasprendo, ad esempio, le multe a chi non osserva le regole. E in una città a forte vocazione turistica come Roma, questo significherebbe già di per sé una voce di entrata di svariati milioni di euro. Si chiude così un'epoca della politica, non solo capitolina. Non più alibi o rivalse sul governo di turno che mortifica e declassa la Capitale a città di Provincia e sul quale scaricare eventuali «defaiance» sulla gestione della città. Più strumenti per amministrare equivalgono anche a più responsabilità. Una responsabilità voluta e richiesta con forza già dal lontano ottobre 2002 da Veltroni stesso, quando scrisse una lettera al governo dalla quale si formò poi il famoso ma inefficace «comitato trasversale dei parlamentari capitolini per Roma capitale». Una volontà ribadita proprio l'estate scorsa, con un protocollo di intesa siglato con la Regione, che tra l'altro ha già conferito alla Capitale le deleghe speciali in materia urbanistica. Un'appello che sembrava cadere nel vuoto, nonostante più volte levato da esponenti autorevoli anche del centrodestra e che è stato, non a caso al centro della campagna elettorale con tanto di «impegno» pubblico dell'allora candidato premier Romano Prodi. «Nel rammarico per ciò che già si sarebbe potuto fare, se tali poteri fossero stati concessi quando Roma li aveva richiesti - incalza lo stesso Veltroni nel suo commento di ieri - avremo adesso, in tempi assai brevi, la possibilità di accelerare al massimo la realizzazione di altre opere e interventi strutturali, oltre a quelle già realizzate o in corso d'opera, con effetti significativi - ricorda ancora il sindaco capitolino - per la qualità della vita dei romani e sulla valorizzazione dell'immagine della Capitale del paese». I poteri adesso ci sono, al di là della f

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