Retroscena
L'eterna sfida di Walter e Francesco
Partito Democratico, nomine ai vertici di Ferrovie e Alitalia, posti di sottogoverno: tutto diventa oggetto di contesa tra i due uomini che sono stati indicati da Carlo De Benedetti per governare in futuro l'Italia. E ognuno dei due "rivali" ritiene sia stato l'altro a provocare lo scontro. Ma quali sono le forze in campo? Grazie al governo di Romano Prodi, Francesco Rutelli - dalla sua base romana - ha acquisito il potere di vicepresidente del Consiglio e di ministro per i Beni e le Attività Culturali (sbarrando la strada sia al veltroniano Goffredo Bettini, che ambiva allo stesso incarico, che all'assessore capitolino Gianni Borgna, che puntava a diventare sottosegretario), "copiando" esattamente l'esperienza di Veltroni. Quest'ultimo, oggi in Campidoglio, nell'esecutivo può contare su Giovanna Melandri, sul ministro dell'Interno, Giuliano Amato (che nei piani del kennediano Walter doveva però occupare il posto che è stato conquistato da Giorgio Napolitano, ovvero il Quirinale), e sul silenzioso appoggio del premier, autore - nei confronti del leader diellino - dell'indimenticabile, caustica definizione di "bello guaglione". Il rapporto tra Prodi e Rutelli non è mai stato buonissimo, tanto da costringere l'ex sindaco a forzare la mano sul tema della nascita del Partito Democratico dopo il successo conseguito dal Professore alle primarie: fino all'intervista all'Espresso, e la promessa di far cadere l'esecutivo nel caso dell'affossamento del "progetto Pd". Veltroni, che è riuscito a compiere il "miracolo" (visto da sinistra) di ridurre il peso della destra romana, ha però anche messo a dura prova la Margherita capitolina (le turbolenze stanno coinvolgendo proprio in questi giorni il coordinatore cittadino Roberto Giachetti): ma è stata la scelta di candidare Fabiano Fabiani alle Fs che ha avuto l'effetto della "goccia che fa traboccare il vaso", nel rapporto con Rutelli. A questo si può aggiungere un lungo elenco di screzi tra Francesco e Walter: Rutelli che presenta una nuova statua al Foro Italico e il progetto per valorizzare il Vittoriano senza nessun rappresentante capitolino, e che nella veste di ministro rivoluziona il potere in via del Collegio Romano e nel cinema italiano, anche a spese dei "veltroniani" e dei "melandrini". Così arrivano le contromisure: il governo (merito di Prodi e del Dottor Sottile) che consegna a Veltroni i "pieni poteri" per risolvere l'emergenza traffico e, a settembre, l'arrivo dell'ex soprintendente archeologo Adriano La Regina, alla poltrona di presidente del Parco dell'Appia Antica, che così tornerà a confrontarsi con "l'amato" ex sindaco di Roma sul terreno a lui più caro, quello della tutela del patrimonio monumentale della capitale.