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Il Professore segue le mosse di D'Alema e avverte: «Continuiamo a lavorare per il Paese»

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Da qualche giorno ha confidato a un suo collaboratore: «Si sta creando lo stesso clima del '98». Quando il governo cadde, per una sola preferenza, su un voto di fiducia. Dopo divenne premier Massimo D'Alema e i prodiani da allora hanno sempre guardato con sospetto l'attuale vicepremier. Una diffidenza che si è incrementata negli ultimi giorni. Il Professore non ha visto di buon occhio il fatto che addirittura Berlusconi si sia messo a raccomandare D'Alema agli americani. E ancora meno ha visto bene i segnali che gli sono arrivati dai Ds. Con Nicola Latorre, il senatore più vicino a Baffino, che chiaramente (proprio al Tempo) ha lanciato un confronto con la Cdl sulla Finanziaria. Ed è rimasto impressionato dall'ultima sortita di Luciano Violante che all'improvviso, due giorni fa in Aula, ha chiesto se c'era la copertura finanziaria su un articolo della Manovra bis. Tutti segnali che a Palazzo Chigi non stanno prendendo bene. E che si aggiungono alle dichiarazioni più o meno esplicite di Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo al Senato, che gli ha detto in faccia che se si va avanti così la maggioranza non tiene a Palazzo Madama. Per questo, Prodi ha spiegato agli uomini del suo staff come intende andare avanti: «Faremo come con le liberalizzazioni. Facciamo una Finanziaria per gli italiani, nel loro esclusivo interesse. E se la vogliono bocciare, vadano a spiegarlo al Paese. Non hanno capito che la gente vuole che risolviamo i problemi, non gliene frega nulla delle cose che accadono nel Palazzo? Ecco, parliamo direttamente al Paese». Sono segnali di rottura? No, anzi. È l'estrema ratio, perché il Professore proverà a cercare il massimo dell'intesa interna. A verificare le condizioni per rasserenare il clima nell'Unione dopo i dissidi di questi primi mesi. Prodi vuole prima apparire più morbido. E per questo, negli ultimi giorni, ha tracciato un'agenda delle priorità in vista della Finanziaria che sarà sicuramente una Manovra rivolta al Paese ma che, innanzitutto, proverà a ridurre al minimo gli attriti all'interno della maggioranza e negli ambienti vicini (soprattutto sindacati e Confindustria). «Si cercherà anzitutto la ciondivisione dai partiti dell'Unione», dicono i fedelissimi. Di questo dovrà occuparsi soprattuto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti che, dopo la mediazione sull'Afghanistan, dovrà imbarcarsi in un'altra delicatissima partita. Ma la domanda che tutti si pongono all'interno della maggioranza è un'altra: che ruolo avrà la Cdl in vista della Finanziaria? Per i prodiani doc nessuno. «Noi facciamo la nostra Manovra - dicono - cercando di ridurre al minimo gli attriti. Il che sarebbe già un ottimo risultato. Poi se la Cdl vorrà venerci incontro faccia». Una posizione diametralmente opposta a quella dei Ds e di parte della Margherita. Ed è proprio questo che spaventa il Professore al punto da fargli temere di essere ormai oggetto di un «assedio». Ieri a Montecitorio, il dalemiano Peppino Caldarola commentava così le parole di Berlusconi e Fini in Aula: «Discorsi propagandistici di cui salvo solo la parte finale, quella in cui aprono al dialogo con la maggioranza». Mentre un'altro esponente dei Ds, a chi gli faceva notare come Prodi non fosse affatto disponibile al confronto con l'opposizione in vista della Finanziaria, replicava sospirando: «Speriamo che cambi». Posizioni molto simili a quelle tenute dal presidente del Senato Franco Marini che non a caso è molto stimato da Berlusconi. Insomma, gli attori del 1998 ci sono tutti. Anche allora infatti, la leggenda narra che furono proprio Marini e D'Alema i «burattinai» che portarono alla caduta del primo governo Prodi e al successivo rimpasto. Oggi la storia sembra ripetersi. E non è un caso che i primi timidi segnali di confronto tra i Poli si siano registrati proprio in due momenti che hanno per protagonisti Marini e D'Alema. Il primo in occasione dell'elezione dell'ex sindacalista Dc alla presidenza del Senato. Fino all'ultimo, infatti, Marini cercò di arrivare ad un

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