Una «caccia» senza vergogna
Nel mirino pure Cognetti
Si tratta davvero solo di una scelta politica? Ovviamente è facile dimostrare che dal punto di vista scientifico il professor Francesco Cognetti ex presidente degli oncologi italiani con un numero infinito di pubblicazioni, tra cui ricerche basilari sul tumore del seno, non può essere discusso. Basterebbe un dato per far capire il lavoro svolto dall'attuale direttore scientifico. Nel 2001 i pazienti «arruolati» per ricerche scientifiche erano soltanto 500. Dopo cinque anni sono saliti ad oltre 4691. Vale a dire che il numero delle ricerche scientifiche sul cancro «concrete» e non sulla carta è aumentato in cinque anni di oltre l'800%: lo stesso aumento è stato riscontrato nei congressi e nell'attività scientifica in generale. Non parliamo poi dei finanziamenti ottenuti da enti non governativi il che dimostra anche una notevole attività promozionale. Perché dunque cambiare con il nuovo governo? Vale la pena di ricordare che il ministro Livia Turco ha dichiarato recentemente che è soprattutto importante fare una «buona politica» mettendo in atto la cultura e la pratica della valutazione dei risultati. D'altra parte secondo alcuni l'attuale governo non ha dimostrato particolare fretta nel ricambio dei dirigenti dei vari enti «politici». Nel campo specifico della lotta contro il cancro, la fretta sembra, adesso, sospetta ed eccessiva. C'è anche da rilevare che i maggiori esponenti scientifici dell'Istituto dei tumori hanno già inviato al Ministro Livia Turco una lettera chiedendo la riconferma di Cognetti. Vi figurano in calce quasi tutti i principali esponenti dell'istituto i quali hanno fatto notare al Ministro che «l'Istituto ha assunto una visibilità e credibilità nazionale ed internazionale mai conosciuta in precedenza». L'attività scientifica dell'Istituto, - continuano i primari del Regina Elena - ha avuto un consistente incremento sia quantitativo che qualitativo. L'istituto ha potuto giovarsi di finanziamenti da Enti pubblici e privati, più che raddoppiati in questo periodo nonostante le rilevanti restrizioni delle risorse finanziarie dedicate dal nostro Paese alla ricerca: evento questo che testimonia l'elevata competitività raggiunta dal nostro Istituto. Non va inoltre dimenticata la recente elaborazione di un progetto nel campo dell'oncologia molecolare, che se adeguatamente finanziato, produrrà nei prossimi anni importanti ricadute nella cura dei tumori». Il caso-Cognetti ha scatenato polemiche bipartisan. «La professionalità di Cognetti è preziosa» afferma Di Pietro mentre il portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi insieme ai parlamentari di An nelle commissioni Sanità di Camera e Senato ha inviato una lettera al ministro Turco nella quale si sottolinea che «la sostituzione di Cognetti è una scelta a scapito dei malati e un'operazione lottizzatrice». Critiche anche da Marco Rizzo dei Comunisti Italiani: «È una follia pensare di privarsi di uno scienziato come Cognetti solo perchè rinominato dal governo Berlusconi. Sarebbe un errore, e non condivido l'idea di applicare lo spoil system a questa materia». Si è fatto sentire anche lo stesso Cognetti: «Spero che il ministro della Salute tenga conto dei risultati raggiunti in questi anni in termini di produzione scientifica, qualità dell'assistenza e autorevolezza dell'Istituto in ambito internazionale».