Sul ministro piovono tutte le critiche al governo «Montezemolo? È solo pretattica per la Finanziaria»
Sorridendo e passeggiando nel Transatlantico della Camera, il ministro per lo Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani. Su di lui piovono le critiche rivolte al governo: dai tassisti ai farmacisti. Ora pure gli industriali: il dicastero di via Molise è diventato il call center delle proteste contro Prodi. E a lui, a Bersani, tocca rispondere adesso alle dichiarazioni di Luca Cordero di Montezemolo sulle privatizzazioni. Il presidente di Confindustria aveva definito le liberalizzazioni come un «primo timido passo», tracciando un magro bilancio del governo e denunciando poco rispetto per il mercato, scarsa considerazione per le imprese e difficoltà per le prossime liberalizzazioni. Bersani non tarda a replicare: «Al presidente Montezemolo, che mi accusa di timidezza sulle liberalizzazioni, prometto di essere più coraggioso la prossima volta...». E con un tono a metà tra l'ironico e il serio», il ministro aggiunge che «forse valeva la pena che il numero uno di Confindustria ricordasse che a proposito delle tasse in più, la norma sull'Irap-sanità, applicata in alcune Regioni deficitarie, l'aveva prevista l'ultima Finanziaria della CdL. Noi l'abbiamo lasciato così com'è». Uno scambio di battute dunque ma con un fondo di verità. Soprattutto, secondo Bersani, c'è da considerare il momento pre-Finanziaria, momento in cui, un atteggiamento di questo tipo dalla categoria degli industriali è quasi normale. «Al di là delle battute, in questi due mesi - prosegue il titolare dello Sviluppo - l'Italia ha percepito che il governo non sta con le mani in mano nè in politica estera nè in politica economica. Lo ha percepito anche Montezemolo, ma un po' di pretattica prima della Finanziaria è sempre consentita». Ma le parole di Montezemolo hanno comunque creato, in un certo senso, una spaccatura all'interno dell'Unione. Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera, frena Bersani e avverte: «La coalizione dell'Unione è fatta di uomini e donne coraggiose, con un programma altrettanto coraggioso. Non è necessario quindi promettere coraggio, basta semplicemente applicare il programma, cosa che si sta facendo, a partire dalla disastrosa delega ambientale approvata dal centrodestra. Pensiamo che una parte rilevante dell'immotivata insoddisfazione di Confindustria - insiste Bonelli - derivi proprio dalla vicenda della delega ambientale, che il precedente governo ha approvato riducendo le tutele». Secondo il capogruppo del Sole che Ride «l'Unione andrà avanti senza complessi d'inferiorità e realizzerà il programma puntando sull'innovazione, facendo un grande favore al Paese ed ai cittadini». Difende il ministro e attacca viale Astronomia l'eurodeputato del Pdci Marco Rizzo, secondo cui «in questi anni non si può dire che Montezemolo, inteso anche come categoria, come Confindustria, non abbia avuto tanto. Non abbia dunque ora la pretesa di dettare la linea al governo. Sarà bene che anche altri, a cui in questi anni, è stato tolto, possano, con il governo di centrosinistra, registrare qualche piccolo beneficio». Meno severe, anzi quasi «comprensive», nei confronti di Montezemolo, Margherita e Udeur: «Mi preoccuperei - dice il diellino Renzo Lusetti - se Montezemolo dicesse il contrario. Forse vuole un maggiore sostegno sulle privatizzazioni e sulle liberalizzazioni, a fronte di un governo che su questi temi sta facendo molto. Le forze sociali devono necessariamente essere un pungolo per il governo. Non si tratta assolutamente di un attacco, ma uno stimolo». Stessa interpretazione dal capogruppo Udeur a Montecitorio, Mauro Fabris: «Mi sembra un chiaro sostegno all'avvio delle liberalizzazioni da parte del governo. È uno stimolo ad andare avanti».