Oggi le linee guida del contratto di servizio
Basta tv spazzatura. Arriva «Qualitel» per misurare la qualità dei programmi
In base alla legge Gasparri, prima di ciascun rinnovo triennale del contratto di servizio - l'ultimo è scaduto a dicembre 2005 - con «deliberazione adottata d'intesa» dall'Autorità e dal ministero «sono fissate le linee-guida sul contenuto degli ulteriori obblighi del servizio pubblico generale radiotelevisivo, definite in relazione allo sviluppo dei mercati, al progresso tecnologico e alle mutate esigenze culturali, nazionali e locali». Un primo schema è stato varato dall'Authority a febbraio e sottoposto alle osservazioni del ministero, per raggiungere l'intesa stabilita dalla legge. Lo stesso ministero, che ha appena concluso la consultazione pubblica con associazioni, organizzazioni sindacali, comitati ed abbonati in vista del rinnovo del contratto, ha annunciato che a settembre inizierà il confronto conclusivo con l'azienda. Tra ottobre e novembre dovrebbe poi partire l'ultima fase, con il parere obbligatorio della commissione di Vigilanza. L'obiettivo, ribadisce il ministro Paolo Gentiloni, è arrivare a un contratto «forte» entro l'autunno: «Il rapporto migliore tra Stato e Rai - afferma il ministro - non dev'essere regolato da contratti deboli, che conducono inevitabilmente ad ingerenze continue ed a scarsa identità del servizio pubblico; molto meglio puntare invece su contratti seri, con obblighi puntuali e su strumenti di verifica e controllo, lasciando all'azienda la sua autonomia avendo prima definito con maggior cura la missione stessa della Rai». La parola d'ordine del documento dell'Autorità - del quale sono relatori i commissari Michele Lauria e Giancarlo Innocenzi Botti - è senz'altro qualità. Arriva il «Qualitel», rilevato quotidianamente sulla base di un apposito panel di telespettatori da un gruppo di esperti, indicati con ogni probabilità dalla stessa Agcom e dal ministero, e destinato ad affiancare l'Auditel e il calcolo quantitativo degli ascolti. Inoltre le Linee guida indicano alcuni parametri - basati, tra l'altro, su democrazia, completezza, pluralismo - intesi come indicatori della qualità della programmazione, sul modello di quanto avviene in Inghilterra e in Francia. Nella missione del servizio pubblico, sempre secondo il documento dell'Agcom, deve esserci spazio anche per una particolare attenzione per i minori e i disabili e per una migliore puntualizzazione della programmazione di pubblica utilità (tipo Isoradio).