di PAOLO DI LORENZO RIETI- «Il tempo è galantuomo.
Non si aspetti l'aiuto del trasformismo becero, come è accaduto in passato, di chi eletto nel centrodestra è andato poi in suo soccorso. Questa volta non accadrà e il governo Prodi non andrà molto lontano». Così ha esordito il presidente di An Fini alla serata conclusiva della Festa Nazionale del Secolo d'Italia, andata avanti per dieci giorni a Rieti. Il leader di An ha confermato che non solo si è aperta una nuova fase per il suo partito ma che l'intero centro destra sta vivendo una significativa fase di rilancio. Davanti ad un mare di ventimila anime Fini ha parlato per cinquanta minuti fitti fitti, facendo le pulci al centro sinistra. «Prodi non è il primo ministro che parla ma è solo il megafono di quella sinistra che lo obbliga a dire determinate cose - ha aggiunto Fini - gli errori di questo governo sono sotto gli occhi di tutti; non ne stanno azzeccando una. Stanno solo distruggendo tutte le migliori riforme che il governo Berlusconi ha portato avanti. Noi, in un momento di grave crisi internazionale e con le risorse finanziarie contate, abbiamo provato a riformare lo Stato. Ora Prodi vuole distruggere la nostra riforma sull'università per ritornare al tempo della raccomandazione; vuole smontare la Bossi-Fini per aprire le frontiere a milioni di disperati che credono di trovare in Italia le finte promesse dei comunisti e dei post-comunisti». Fini ha parlato anche dei ministri che un giorno dicono di essere al governo ed il giono dopo minacciano le dimissioni. «Sono divisi su tutto - ha puntualizzato Fini - sull'indulto, sulle liberalizzazioni selvagge, sull'Afghanistan. Se non avessero moltiplicato le poltrone e i ministeri, non sarebbero riusciti nemmeno a cominciare il loro mandato. Vanno avanti a colpi di fiducia e il vero banco di prova arriverà con il varo della legge finanziaria. E allora sì che i dolori di pancia aumenteranno nella sinistra. Non credo che ci siano le condizioni politiche e numeriche perché il governo superi la prova della finanziaria». Un messaggio anche ai suoi colleghi di coalizione: «Non c'è nessuno, nemmeno nel centrosinistra, che oggi possa pensare che il governo Prodi duri ancora a lungo e allora, senza avere fretta, il centrodestra si sta riorganizzando, per essere compatto ed ancora più forte».