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Sembrava una situazione senza via d'uscita

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La super-ministra ha risolto in mezz'ora

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La situazione appariva senza uscita dopo la scena muta dell'altro giorno tra farmacisti e Bersani. Eppure verso la fine di una torrida giornata un deus ex machina è intervenuto facendo revocare in quattro e quattr'otto lo sciopero dei farmacisti. Si tratta del ministro della Salute Livia Turco che ha «aggirato» Pierluigi Bersani e il suo decreto. E sono pure dello stesso partito. Per i farmacisti è stata una giornata di protesta. I titolari delle farmacie di tutta Italia sono stati uniti nel sostenere lo stato di agitazione contro il decreto sulle liberalizzazioni, il Paese appariva invece spaccato in due sulle modalità di attuazione della protesta: le grandi città del Nord che continuavano, nonostante l'adesione all'agitazione, a tenere in funzione gli esercizi (prime su tutte Milano e Torino), mentre nel Centro-Sud (in testa Napoli e Palermo) la serrata è stata pressoché totale. Dopo la chiusura di Bersani ai farmacisti sembrava che tutto stesse per finire nel vicolo cieco del muro contro muro. E invece no, ci ha pensato Livia Turco, titolare del dicastero della Salute che, in un passato non lontano (il 28 maggio scorso, dunque era già ministro) ha detto chiaro e tondo che lei, alla vendita dei farmaci nei supermercati, è proprio contraria. Il ministro Turco ieri, con un coupe de theatre degno di Hitchcock, ha preso in mano la situazione e l'ha, almeno per il momento, risolta. Federfarma nel pomeriggio aveva manifestato la disponibilità a trovare una soluzione con il ministro della Salute. «Livia la tosta», puntigliosa come tutti i piemontesi, non ha perso tempo e ha subito organizzato un incontro «a fronte - hanno spiegato dal dicastero - della dichiarata disponibilità del presidente Siri a sospendere la chiusura delle farmacie in fase di avvio del confronto». In serata le parti si sono incontrate e, in tempi brevissimi, il nodo della serrata si è sciolto. Insomma, oggi le farmacie saranno aperte. Un notevole risultato raggiunto senza modificare, sembra, il decreto Bersani. Mettendo vari pesi e contrappesi sulla bilancia del futuro del Paese e delle farmacia Livia Turco è riuscita a scendere a patti con i farmacisti. «Il ruolo delle farmacie come presidio sanitario nazionale sarà confermato e ampliato - ha spiegato ieri sera il ministro Turco - questo avverrà sulla base della legislazione vigente, e mi impegno con il governo a essere coerente con questa affermazione». «Grazie all'applicazione della norma del decreto Bersani sarà possibile potenziare il ruolo della farmacia. Inoltre - ha aggiunto il ministro - è molto importante il rinnovo della convenzione con le regioni e la prassi applicativa del decreto Bersani». Non esisterà un binomio farmacista-farmacia: la semplice presenza di un farmacista per la vendita di un medicinale non determinerà l'apertura di una farmacia. È questa l'assicurazione che i farmacisti della Federfarma hanno giudicato indispensabile per arrivare alla revoca della protesta. Insomma tutto sembra avviarsi a una felice conclusione? Signornò: che il decreto Bersani possa essere aggirato e disinnescato fa felici alcuni farmacisti ma ne scontenta altri. Come quelli del Movimento nazionale liberi farmacisti (i laureati non titolari di farmacia, per intenderci) che, dopo aver manifestato a favore della riforma ora chiedono urgentemente un incontro con Livia Turco per dirle, chiaro e tondo, che a loro il «nuovo corso» piace. E tanto.

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